Tu Bishvat, il significato

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Tu Bishvat, il significato

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Tu BiShvat (בשבט ט״ו (-” Capodanno degli Alberi” nella tradizione ebraica. Cade il 15 del mese ebraico di Shevat e segna il momento in cui, secondo la tradizione, gli alberi in Israele entrano in una nuova fase di crescita.
Tu BiShvat ha origine come una data di riferimento per il calcolo delle decime sugli alberi da frutto. Nel tempo, ha assunto un significato più spirituale e ambientale, diventando una celebrazione della connessione tra il popolo ebraico e la terra. Più che una festa religiosa, è un momento di riflessione sulla natura. È tradizione piantare alberi, specialmente in Israele, per simboleggiare il legame con la terra e la sostenibilità. Durante questo giorno si
mangiano frutti come fichi, datteri, uva, melograni e olive.

Si enfatizza il rispetto per l’ambiente, rendendola una festa vicina ai
temi dell’ecologia e della sostenibilità.Oggi è legata a progetti di riforestazione e iniziative e spesso vista come un simbolo della resilienza e della capacità del popolo ebraico di rigenerarsi, proprio come la natura rinasce dopo l’inverno.

Be’eri, l’inferno del 7 ottobre

La foresta di Be’eri, situata vicino all’omonimo kibbutz nel sud di Israele, è diventata tristemente nota per gli eventi tragici del 7 ottobre 2023, quando terroristi di Hamas hanno attaccato la regione con una violenza senza precedenti.

La foresta di Be’eri è stata una delle più colpite, ha visto l’uccisione brutale di oltre 364 persone, colpendo anche i kibbutzim limitrofi, con case distrutte e famiglie massacrate.
La foresta, un tempo luogo di pace e natura rigogliosa, è diventata un inferno: incendiata
dai terroristi, devastata dai combattimenti e segnata dal sangue delle vittime.
Il massacro ha rappresentato uno dei momenti più bui nella storia recente di Israele, lasciando la foresta, il kibbutz e i suoi dintorni in cenere.

Il fuoco appiccato dai terroristi ha distrutto gran parte della vegetazione, lasciando la zona in cenere, un riflesso del massacro umano avvenuto lì.

Be’eri oggi, l’inizio della rinascita
Ripristiniamo la bellezza e la vita

La Foresta di Be’eri rappresenta una delle aree più amate e simboliche di Israele. Devastata dagli eventi tragici del 7 ottobre, la foresta ha bisogno di cure per tornare ad essere il cuore pulsante del Negev Occidentale ed ospitare nuovamente le magnifiche distese di anemoni rossi che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Questo fiore incarna la capacità della natura di risorgere nonostante le avversità ed è simbolo di resilienza, speranza e bellezza.

Be’eri oggi, l’inizio della rinascita – Tu Bishvat 2025

Gli interventi necessari sono molteplici:
1. Ripristino ecologico: 500 ettari devastati, habitat naturali distrutti e flora compromessa;
2. Tutela dell’anemone rosso: fiore iconico della foresta e del Darom Adom Festival; simbolo di resilienza e rinascita;
3. Sostegno alle comunità locali: ritorno della foresta ad essere un punto di incontro per le persone che vi abitano vicino;
4. Commemorazione delle vittime: cura e tutela del Memoriale per le vittime del 7 ottobre che è stato creato dal KKL appena dopo la tragedia, per non dimenticare mai.

L’Importanza di Coltivare, Curare e Narrare la Terra

Coltivare la terra non è solo un’attività agricola: è un atto di cura, identità e memoria.
Ogni popolo ha un legame profondo con la propria terra, ma per Israele questo rapporto è
ancora più significativo. La terra è stata lavorata, resa fertile e trasformata in un luogo di vita nonostante le difficoltà.
La terra è fonte di sostentamento e sopravvivenza. Prendersene cura significa garantire cibo, acqua e risorse per le generazioni future. In Israele, il deserto è stato reso fertile grazie a innovazioni agricole e a una dedizione senza pari. Coltivare qui è un simbolo di resilienza e ingegno.

Curare la terra significa proteggerla dai danni ambientali, garantire la sua fertilità e promuovere la sostenibilità. Ogni luogo ha una storia e ogni pianta coltivata è una testimonianza.

Raccontare la terra significa preservare la memoria di chi l’ha abitata, coltivata e difesa
Coltivare, curare e narrare la terra è un atto di identità e resistenza. In Israele, ogni albero
piantato, ogni campo irrigato e ogni storia raccontata sono un modo per dire che la vita
continua, nonostante tutto. La terra non è solo un pezzo di suolo: è il cuore di un popolo, la memoria del passato e la promessa del futuro.

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