Un convegno di studenti ebrei all’Università Statale di Milano è divenuto l’ennesima occasione per attaccare Israele e il popolo ebraico da parte di alcuni giovani dei collettivi di sinistra.
Dalla guerra a Gaza voluta a tavolino da Hamas con i massacri del 7 ottobre, le proteste antisraeliane sono montate in diversi settori della società. Le università, loro malgrado, non sono state sottratte a questa campagna d’odio, creando un clima difficile per gli studenti ebrei.
Per questo l’Unione Giovani Ebrei d’Italia ha organizzato martedì 4 febbraio assieme ai giovani di Forza Italia e Lega, il convegno intitolato: “Vogliamo studiare. Contro le occupazioni violente e l’odio per Israele, raccontiamo il nostro viaggio”.
Nel corso dell’incontro, alcuni appartenenti ai collettivi di sinistra hanno tentato di entrare nell’aula ma sono stati fermati dagli agenti della Digos e dalla sicurezza dell’Ateneo. La voglia di contestare, però, è continuata nei corridoi con la scansione slogan come “Palestina libera” e “fuori i sionisti dalle università”, con le bandiere palestinesi:
“Questo evento non appartiene alla comunità studentesca. Abbiamo dimostrato, con mesi di lotta, che vogliamo non ci sia complicità sul genocidio”.
Il vice presidente della Comunità Ebraica di Milano, Ilan Boni, ha affermato che l’Università “non è più tanto sicuro come lo era prima” e che i contestatori sono “una minoranza che fa molto rumore”.
“È un peccato che durante una manifestazione pacifica i ragazzi che vogliono divulgare il loro messaggio vengano attaccati o qualcuno provi a farli tacere”.
L’Ugei ha così commentato l’episodio:
“Le università devono essere ambienti sicuri e inclusivi, in cui ogni studente, indipendentemente dalla sua origine o identità, possa sentirsi accolto, valorizzato e libero di esprimersi. Gli atenei devono essere un luogo di confronto, crescita e rispetto reciproco, non uno spazio in cui prevale chi alza di più la voce”.
Quella stessa libertà che i propal vanno stanno sbandierando è messa in pericolo proprio da loro, che non accettano alcun contraddittorio e posizione in favore di Israele.