Università di Torino ospita terrorista FPLP espulsa dalla Francia

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L’Università di Torino invita di nuovo una terrorista palestinese facente parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina che l’Unione europea, Stati Uniti e Canada hanno inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche, nonché persona già espulsa dalla Francia.

Dopo Leila Khaled, invitata lo scorso anno, conosciuta per essere stata la prima donna ad aver dirottato un aereo (primo un Boeing 707 da Roma a Tel Aviv, nel 1969, il secondo nel 1970, diretto a New York – fallito-), l’ateneo ha dato voce da remoto anche a Maryam Abu Daqqa, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-FPLP.

L’annuncio dell’evento, organizzato dal Progetto Palestina, recitava:

“Dopo più di un anno di genocidio e di resistenza ci troviamo di fronte ad una società e ad un femminismo bianco che oscurano ed eclissano la sofferenza delle donne palestinesi, privilegiando una narrazione centrata sui propri corpi e sulle proprie latitudini geografiche”.

E ancora:

“Vogliamo parlarne a partire dalla resistenza delle donne palestinesi con le quali comprendiamo l’impasse di un femminismo bianco ostile, che non accetta il confronto con il resoconto del razzismo e dell’islamofobia dilaganti. L’impossibilità del femminismo bianco occidentale di rispondere alle esigenze delle donne nella loro interezza e la sua incapacità di riuscire a porsi come lotte con un impatto globale, derivano dalla mancata riflessione sulle proprie responsabilità che hanno avuto, e che continuano ad avere, nell’oppressione sistematica delle donne non bianche”.

Maryam Abu Daqqa ha parlato per un’ora, attaccando la Francia per averla espulsa, Israele e Netanyahu, definito il “nuovo Hitler”.

Adesso basta, perché è inammissibile che una terrorista espulsa da un paese amico venga invitata con tutti gli onori in Italia a parlare di diritti.

Adesso basta fare qualsiasi paragone tra Israele e la Germania nazista. Gerusalemme non vuole uccidere tutti gli arabo-palestinesi, ma solo i terroristi che il 7 ottobre 2023 hanno compiuto massacri contro i civili del sud d’Israele, nonché nei confronti delle donne, stuprate e uccise.

Basta con le università che alimentano l’odio contro Israele e il popolo ebraico. 

Quelle donne, però, sono state dimenticate, perché israeliane o ebree. Descriverle come deve essere fatto, come vittime, non rientra in quel frame di falsa resistenza palestinese, utilizzata per lo più in chiave antisraeliana.

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