Clima d’odio, la comunità ebraica Lgbt+ diserta i Gay Pride italiani

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Clima d’odio, la comunità ebraica Lgbt+ diserta i Gay Pride italiani

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L’organizzazione ebraica Lgbtq+ “Keshet” non ha partecipato ad alcun Pride che si è svolta in Italia lo scorso sabato. L’assenza era stata già annunciata a causa “dei timori di aggressioni dovuti al clima d’odio” legata alla guerra tra Israele e Hamas, iniziata dal gruppo terroristico arabo-palestinese con i massacri del 7 ottobre contro i civili israeliani.

Così le sfilate andata in scena in diverse città italiane non sono state presiedute da Keshet, che in un comunicato, di cui vi riportiamo una parte, ha spiegato:

“Il linguaggio usato da diverse organizzazioni queer per parlare del conflitto tra Israele e Hamas non considera le reali implicazioni per le persone ebree in Europa, specialmente durante i Pride. Negli ultimi mesi sui social si sono diffusi messaggi che incitano ad una caccia a un ipotetico carro di Israele, mai esistito in nessun pride italiano, che si è trasformata in una caccia alle persone ebree e ai simboli ebraici”.

Le motivazioni che hanno spinto l’associazione ebraica Lgbtq+ “Keshet” a disertare i Pride nostrani sono state lette anche dal consigliere comunale di Milano Daniele Nahum, che suol profilo Instagram ha postato una foto del gay Pride:

“Nove anni fa ero al Pride a Tel Aviv. Una bellissima esperienza nell’unico luogo del Medio Oriente dove si tiene la parata”.

Unico luogo del Medio Oriente, un particolare che la macchina organizzativa italiana del Pride di Roma, Milano, Torino e Bergamo, tra le altre, ha preferito non mettere in risalto, strizzando l’occhio, per diversi motivi, ai propal che non perdono occasione per attaccare Israele.

Da segnalare diverse assenze alla parata di Torino, dove, dopo 25 anni di presenza, non ha preso parte l’associazione radicale Adelaide Aglietta, seguita da altre poi altre locali che le hanno espresso solidarietà, tra cui +Europa Torino; Radicali Italiani; Italia Viva Torino; Certi Diritti Torino; Associazione Marco Pannella di Torino; Associazione Italia IsraeleGruppo Sionistico Piemontese.

Anche in merito al Pride, è andato in scena un cortocircuito che pur di non presentare in maniera positiva la pluralità in Israele e nel popolo ebraico, ha preferito sconfessarsi.

Perché minacciando la comunità Lgbtq+ ebraica e Israele, si attacca quella parità che i Pride si prefiggono da sempre.

Perché dando ascolto, o peggio, ai propalestinesi e agli odiatori dello Stato ebraico si favoriscono le leadership arabe, arabe-palestinesi e mediorientali per cui la differenza di genere e di orientamento sessuali sono colpe da pagare anche con la vita.

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