Nonostante a Gaza governi una organizzazione terrorista che tiene il popolo soggiogato, numerosi singoli ed organizzazioni che si definiscono “filopalestinesi” continuano a sostenere che Hamas sia un movimento di liberazione.
Liberazione da cosa non si sa, visto che Gaza è stata restituita ai palestinesi nel 2005 attraverso un ritiro unilaterale da parte dello Stato di Israele.
Non sono bastati i soprusi nei confronti degli omosessuali palestinesi, né le esecuzioni sommarie di chi è stato considerato un collaboratore dello Stato ebraico pur con scarsi indizi. Neanche il furto di finanziamenti e beni di prima necessità al popolo o l’addestramento di bambini e adolescenti alla jihad hanno convinto gli ultras della causa palestinese a riconsiderare Hamas come una banda di barbari. E neanche il fatto che a Gaza (come anche nel West Bank, d’altra parte) non si indicono le elezioni da 9 anni, continuando a tenere al potere un governo illegittimo.
Ora però Hamas è uscito allo scoperto ancora una volta, esortando l’Italia a non intervenire in Libia per combattere lo Stato Islamico. Una intromissione nel conflitto in Libia, secondo il deputato di Hamas Salah Bardawil, sarebbe considerata come “una nuova crociata contro i Paesi arabi e musulmani”.
Tutto ciò, mentre l’Egitto di Al Sisi cerca invece di normalizzare la situazione in Medio Oriente e di combattere, come fa Israele da anni, il terrorismo islamico di Hamas e di Daesh. Giusto pochi giorni fa, l’esercito del Cairo ha scoperto e distrutto un altro tunnel di contrabbando che partiva dalla Striscia e sbucava in territorio egiziano.
All’indomani degli attentati di Parigi invece, una folla di manifestanti gazawi si è riversata per le strade di Gaza per esaltare le barbarie dei terroristi e inneggiare alle azioni dell’ISIS con tanto di bandiere nere.
Che altro deve fare Hamas per essere considerato dai paladini della giustizia palestinese europei un movimento terroristico?