I morti palestinesi dichiarati al mondo da Hamas nel corso della risposta d’Israele alla mattanza del 7 ottobre si basano su “dati incompleti”.
Ad affermarlo è stato il Ministero della Sanità di Gaza, gestito dal gruppo terroristico arabo-palestinese, che il 6 aprile ha sottolineato di non aver prove a sufficienza per 11.371 delle 33.091 vittime palestinesi che afferma(va) di aver documentato.
Solo tre giorni prima – il 3 aprile – lo stesso dicastero aveva pubblicato un rapporto nel quale riconosceva la presenza di dati incompleti ma non definiva cosa intendesse per “incompleti”, riconoscendo l’incompletezza di 12.263 documenti. Non è chiaro il motivo per cui, dopo sole 72 ore, il numero sia sceso a 11.371, con una diminuzione di oltre 900 registrazioni.
Una stranezza, così come il fatto che quasi tutti i mediali mondiali e diversi governi abbiano preso per buone il dato dei morti di Gaza per mano israeliana.
A stupire è che tra questi governi, c’è quello degli Stati Uniti, il cui ruolo cardine in questa guerra non va neanche spiegato.
E allora come mai, il presidente Biden ha preso per oro colato i dati forniti da un ministero di Gaza, gestito da Hamas?
Quali sarebbero state le dichiarazioni dell’uomo più potente del mondo sul conflitto se avesse conosciuto i dati reali?
Joe Truzman, analista ricercatore senior presso il Long War Journal della Foundation for Defense of Democracies con sede a Washington, ha così commentato il rapporto arrivato da Gaza:
“È importante riconoscere che Hamas è profondamente impegnata nel dare forma alla narrativa che emerge da Gaza, in particolare per quanto riguarda il numero delle vittime della guerra. Inoltre, questo controllo dei dati va oltre le statistiche fornite dal ministero della sanità controllato da Hamas, poiché c’è anche uno sforzo deliberato per minimizzare il numero di terroristi che sono stati uccisi da Israele durante la guerra, che potenzialmente ammonta a più di 10.000”.
Gli ha fatto eco David Adesnik, direttore della ricerca sempre presso la FDD:
“Gli improvvisi cambiamenti nei metodi di reporting suggeriscono che il Ministero di Gaza si sta adoperando per evitare che venga svelata la scarsa qualità dei suoi dati. Per mesi, i media statunitensi e occidentali hanno dato per scontato che la cifra dichiarata del Ministero fosse sufficientemente affidabile. Ora veniamo a sapere che un terzo o più di quei dati sono incompleti nella migliore delle ipotesi, o fittizi nella peggiore”.
Che i numeri fossero stati gonfiati, l’aveva adombrato già qualche settimana fa Abraham Wyner, professore di Statistica e Scienza dei dati alla Wharton school dell’Università della Pennsylvania, negli Stati Uniti.
Che mezzo mondo ci abbia creduto è una cosa che qualcuno prima o poi ci dovrà spiegare…