Un addetto alla sicurezza musulmano dell’aeroporto Schiphol di Amsterdam è stato denunciato per molestie da un’israeliana.

L’episodio è stato reso ancora più increscioso perché la donna stava accompagnando una persona rapita da Hamas il 7 ottobre, nell’ambito di una visita nella città olandese organizzata in collaborazione tra i ministeri della difesa d’Israele e dei Paesi Bassi.

Chi era l’addetto alla sicurezza? E cosa ha detto alle due israeliane?

Quanto accaduto ad Amsterdam è stato così ricostruito.

Le due donne israeliane che avevano diritto ad accedere alla corsia prioritaria sono state ostacolate dal supervisore del check-in, un pachistano di fede musulmana, che dopo aver visionato i loro passaporti, ha impedito loro il passaggio.

Dopo poco, l’uomo le ha riammesse, minacciandole che avrebbero ricevuto una multa salatissima se non ne avessero avuto il titolo, per poi ricacciarle con l’accusa di essere delle bugiarde israeliane.

Il tutto davanti ai passeggeri increduli davanti a tanta arroganza.

La situazione è tornata sui giusti binari, una volta che l’accompagnatrice israeliana ha contattato Modi Ephraim, l’ambasciatore di Israele nei Paesi Bassi, sotto lo sguardo attonito dell’addetto alla sicurezza islamico, il quale mai avrebbe pensato che la questione arrivasse a così altri livelli.

L’ambasciatore ha avvisato una guardia di sicurezza della compagnia di bandiera israeliana El Al per accompagnarle a sporgere denuncia.

Un episodio sconcertate andato in scena all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, che si è risolto con una denuncia, instradata dal capo della diplomazia israeliana nei Paesi Bassi.

Cosa sarebbe successo se la persona in questione fosse stata una “normale” viaggiatrice?

Come mai due persone che partecipano a un programma con il ministero della difesa dei Paesi Bassi non abbiano avuta un’accoglienza più “istituzionale”?