La cadenza con cui l’antisemitismo si sta manifestando in Europa sta diventando preoccupante. Nel fine settimana scorso, oltre all’aggressione di un 15enne ai danni di un ebreo ortodosso a Zurigo, in Svizzera, se ne è verificata un’altra a Parigi, nella rue des Orteaux.

La citta, così come tutta la Francia, non è affatto nuova a vicende di stampo antisemita. Lo scorso venerdì, intorno alle 17:30, un ebreo di 62 anni con la kippà in testa è stato prima insultato e poi picchiato alla testa all’uscita da una sinagoga.

Il responsabile del gesto, che la polizia parigina sta cercando, prima ha urlato “sporco ebreo” e poi ha accusato l’uomo di uccidere “la gente a Gaza”. La risposta “io non uccido nessuno”, non ha portato alcun esito positivo alla discussione, che in poco tempo si è trasformata in aggressione.

Il 62 enne ebreo, trasportato in ospedale con evidenti ecchimosi e tagli sul viso, ha così commentato quanto gli è accaduto: “Siamo tornati indietro, questa è una nuova forma di nazismo. Non ne posso più”.

L’episodio antisemita è arrivato proprio nel giorno in cui il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, aveva chiesto ai prefetti di rafforzare le misure di protezione della comunità ebraica francese, in particolare di scuole e luoghi di culto.

Il già sindaco di Tourcoing ha etichettato come “inqualificabile” la una “nuova aggressione”:

“I nostri connazionali ebrei non devono essere vittime delle tragedie che si verificano in Medio Oriente”.

Alla base di quanto accaduto c’è l’antisemitismo. Questo è fuori dubbio, ma se in questo clima già incandescente, si continua a soffiare il vento dell’odio non si fa altro che armare la mano di odiatori, che magari non avrebbero dato manifestazione tangibile della propria avversione.

Incolpare gli ebrei, in questo caso francesi, di ciò che sta avvenendo a Gaza è qualcosa di intollerabile. Qualche ebreo per caso ha picchiato un palestinese che vive in Europa o in America perché ritenuto responsabile del massacro dei civili israeliani il 7 ottobre?