Per Israele è sempre stato di fondamentale importanza scoprire prima e distruggere poi i tunnel sotterranei che Hamas ha costruito sotto il suolo della Striscia di Gaza. Negli anni, il gruppo terroristico arabo-palestinese ha dato vita a vere e proprie città sotto la città.
Chilometri di cunicoli che i macellai del 7 ottobre hanno sempre sfruttato per entrare in territorio israeliano e compiere attentati e per nascondersi
Da quel maledetto sabato di quattro mesi fa, i tunnel scavati da Hamas grazie ai finanziamenti della comunità internazionale hanno rappresentato l’inferno per i rapiti, che sono stati nascosti nelle viscere di Gaza.
Anche in questa guerra, l’individuazione dei tunnel è stato uno degli obiettivi di Israele, che in questi giorni ne ha rivelato l’esistenza di uno sotto a Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza.
L’IDF ha fatto sapere che il tunnel scoperto è stato costruito “nel cuore di un’area civile a Khan Younis”. e, secondo le stime dei militari israeliani, milioni di shekel sono stati investiti nella sua costruzione.
Secondo Israele questo tunnel farebbe parte di un “labirinto sotterraneo ramificato” attraverso cui è possibile un altro tunnel, in cui venivano tenuti degli ostaggi e scoperto alcune settimane fa.
Almeno 12, stando alle prime rivelazioni, tre dei quali tornati in Israele.
Non solo, perché Israele ha fatto sapere che qui hanno alloggiato diversi alti dirigenti di Hamas e il leader militare Yahya Sinwar, la mente del 7 ottobre.
Yahya Sinwar è uno dei mille terroristi che Israele rilasciò nel 2011 per riavere Gilad Shalit. La sua storia andrebbe raccontata a tutti coloro che sposano la causa arabo-palestinese e fanno accuse ignobili contro Israele.
Perché? Semplice, perché lo Stato d’Israele che Sinwar tanto combatte è quello che gli curò un tumore al cervello anni fa.
Perché lo Stato ebraico non abbandona nessuno, neanche i suoi nemici che ne vogliono la distruzione.