Se avessimo voluto creare ad hoc un’occasione per spiegare cosa sia in concreto la narrativa antisraeliana e antisemita, non avremmo potuto fare di meglio.
Non ci saremmo spinti così oltre, perché anche le idee vivono di limiti, almeno nelle persone con umanità e conoscenza.
C’è chi, invece, ha travalicato ogni confine, come un professore del liceo Augusto Righi di Roma, che ha proposto in una classe la realizzazione di un tema sulle ragioni di Israele, partendo dal punto di vista di un compagno di classe, citato per nome e cognome e addirittura indicato con la doppia cittadinanza, italiana e israeliana. Le sue generalità sono state inserite nel registro elettronico dell’istituto.
Venuti a conoscenza dell’accaduto, i genitori dello studente minorenne hanno deciso di intervenire. L’episodio è stato segnalato sia al ministero dell’Istruzione che all’Ufficio scolastico regionale.
Il professore aveva già fatto parlare di sé per aver sottoposto agli alunni materiali sul “sistema di apartheid in Israele contro i palestinesi”, nonché per aver attaccato lo Stato ebraico, reo di aver ucciso 500 palestinesi nell’attacco missilistico che ha colpito l’ospedale al-Ahli di Gaza.
Partiamo dalla fine.
Il missile in questione non è stato lanciato da Israele, ma veniva direttamente dalla Striscia. Il missile, dunque, era palestinese. A dirla tutta, il razzo non ha centrato il suddetto nosocomio, ma un edificio vicino, uccidendo 50 persone e non 500. Discutere sul numero dei morti è un giochino raccapricciante, ma quando i media hanno riportato le notizie fornite da Hamas sulle responsabilità israeliane, i morti erano 500; quando invece il mondo ha scoperto che dietro a questa vicenda c’erano i terroristi palestinesi, il numero è sceso in maniera drastica, arrivando a 50.
Tra la falsa versione palestinese e quella vera israeliana è passato un giorno, forse un giorno e mezzo. Il professore del Righi, quindi, o ha raccontato un fatto mendace ai propri studenti in maniera deliberata oppure nelle ore immediate al fatto, è stato molto solerte nella sua dissertazione.
Altro cavallo di battaglia della narrativa antisraeliana e antisemita è la segregazione razziale. Sarebbe bello poter dire al professore e anche ad altri, la falsità dell’affermazione.
Ci sono diversi palestinesi che quotidianamente si recano in Israele per lavorare, a Gaza un ebreo non può neanche avvicinarsi che viene rapito e utilizzato come merce di scambio per ricattare Israele. È solo un esempio, ma dà la misura della falsità dell’affermazione. Una differenza talmente macroscopica che può essere spiegata solo con il pregiudizio.
Ma diverse persone preferiscono rivolgere il proprio sguardo altrove, come il professore del Righi che ora rischia una sanzione per aver violato il codice disciplinare dell’istituto, che obbliga i docenti a “mantenere una condotta adeguata ai principi di correttezza e ad astenersi da comportamenti lesivi della dignità della persona”. Si va dal rimprovero al licenziamento, molto dipenderà dalle valutazioni di chi sarà chiamato a giudicare.