È il 28 maggio 1980. Un anno che si rivelerà caldissimo per l’Italia. Due stragi sono all’orizzonte di un paese, che come vedremo tra poco non ha ancora fatto i conti con i fantasmi degli Anni di Piombo.
Manca un mese alla strage di Ustica, poco più di due a quella di Bologna. A Milano, vicino al carcere di San Vittore un commando della Brigata XXVIII Marzo uccide il giornalista del Corriera della Sera Walter Tobagi, 33 anni.
La Brigata XXVIII Marzo è un gruppo terroristico di estrema sinistra formatosi poche settimane prima. Il nome venne scelto per ricordare l’irruzione nel covo delle Brigate Rosse in via Fracchia a Genova da parte dei carabinieri, in cui vennero uccisi i quattro terroristi presenti nell’appartamento proprio il 28 marzo di quell’anno.
Il gruppo terroristico della Brigata XXVIII marzo si proponeva di entrare in contatto, tramite la lotta armata, proprio con le BR, il più noto gruppo terroristico italiano di estrema sinistra che solo due anni prima aveva sconvolto il paese rapendo prima e uccidendo poi Aldo Moro, nonché sterminando la scorta dell’allora presidente della Democrazia Cristiana.
Secondo la magistratura italiana il commando che uccise Tobagi era composto anche dal terrorista Francesco Giordano, che venne condannato a 30 anni, ridotti a 21, e a 13 per la sua partecipazione all’Ucc (Unione comunisti combattenti).
Giordano come quasi tutti quelli ritenuti responsabili dei delitti di quegli anni si processa innocente. Per la magistratura italiana, no. È colpevole, perché facente parte del commando terroristico che il 28 maggio 1980 uccise a Milano uccise il giornalista Walter Tobagi.
Quella stessa Milano che sabato 14 ottobre ha visto Francesco Giordano sfilare contro Israele, accusandolo di apartheid. Come quasi tutti i cortei pro palestinesi, anche quello meneghino è divenuto occasione per attaccare lo Stato ebraico. “Netanyahu assassino” e “Israele fascista, stato terrorista” sono tra i slogan gridati dai partecipanti. Sembra come se gli interessi del popolo palestinese acquisiscano importanza esclusivamente in funzione antisraeliana.
Sui terroristi di Hamas, nessuna parola da parte di Giordano. Sugli orrori commessi dal gruppo terroristico palestinese contro i civili israeliani, nessuna parola da parte di chi venne condannato per aver fatto parte di un commando assassino. Sull’oppressione di Hamas nei confronti dei civili palestinesi, utilizzati come scudi umani da mostrare al mondo, nessuna parola da parte dell’ex terrorista rosso.
Ex terrorista rosso che uscito dal carcere nel 2004 non ha mai nascosto la propria avversione contro Israele. In questi anni Francesco Giordano ha contestato il passaggio della Brigata ebraica durante le manifestazioni per il 25 aprile. Ha addirittura definito “sionista” l’Anpi milanese sempre in merito alle celebrazioni della Liberazione.
Un ex terrorista che attacca Israele e non prolifera parola sui terroristi di Hamas.
E poi questi personaggi che hanno insanguinato l’Italia ci vengono a parlare di sproporzionalità difensiva da parte di Israele, non sapendo una cosa.
La proporzione della difesa di Israele è data dall’importanza e dall’amore per i suoi cittadini e per le sue vittime. Perché in termini di proporzionalità, quale dovrebbe essere la giusta moneta per un bambino ucciso e decapitato?
NB: L’immagine utilizzata in questo articolo è stata presa da: https://www.ilgiornale.it/news/politica/slogan-anti-meloni-e-allah-u-akbar-corteo-milano-ex-2226194.html