Sabato 7 ottobre Hamas ha invaso il sud di Israele, sferrando un attacco che mai sia era visto nella storia.
Il bilancio è pesantissimo: almeno 700 israeliani uccisi (numero purtroppo destinato con molta probabilità ad aumentare), più di 2.500 feriti, tra 150 e 200 gli ostaggi (anche bambini e anziani) rapiti e deportati nella Striscia di Gaza dai terroristi palestinesi.
Un attacco studiato per mesi, che ha visto Hamas colpire Israele via aerea e via terra. Da Gaza sono stati lanciati migliaia di missili, che neanche l’efficiente sistema di difesa missilistico israeliano è riuscito a fermare. Nel contempo sono stati utilizzati i deltaplani per eludere i radar ed entrare in territorio israeliano, spianando la strada all’ingresso di un numero elevato di terroristi palestinesi.
Terroristi palestinesi che in nome della liberazione di Gerusalemme sono entrati nelle case degli israeliani, commettendo atrocità senza precedenti. Uccisioni, pestaggi, deportazioni di donne, bambini e anziani in un giorno drammatico già rinominato l’11 settembre di Israele.
Una furia omicida che non ha risparmiato nessuno, neanche dei giovani di varia nazionalità che stavano partecipando a un rave nel deserto e dove si contano almeno 250 morti.
L’attacco avvenuto nel giorno di Simchà Torà è stato reso ancora più drammatico dai diversi video che i terroristi palestinesi di Hamas hanno fatto rimbalzare sui social network. Scene raccapriccianti di soldati morti portati via da carrarmati ed esposti nelle piazze di Gaza come trofei, nonché di civili trucidati come carne da macello.
Perché è questo l’aspetto più brutale della tremenda giornata di sabato: l’attacco ai civili. Mai come in questa occasione sono stati proprio i civili i protagonisti di questa tragedia voluta da Hamas.
Perché per Hamas civili o militari non fa differenza, basta che a morire e a soffrire siano degli israeliani.
Nelle ore immediatamente successive ai fatti, Hamas ha virtualmente risposto a tutti coloro che si chiedevano se il gruppo terroristico avesse agito da solo, rivelando il sostegno dell’Iran, che però ha negato ogni coinvolgimento.
Gran parte della Comunità Internazionale ha espresso vicinanza a Israele, puntando il dito contro Hamas.
Potremmo rispondere in diversi modi, ma oggi è il giorno in cui il popolo ebraico di tutto il mondo si deve stringere attorno a Israele.