Pioggia di insulti antisemiti contro la raccolta fondi indetta dalla Comunità Ebraica di Siena per restaurare la Sinagoga, dopo i danni riportati dall’edificio inseguto al terremoto del febbraio scorso.
Tutto è iniziato domenica 10 settembre quando, in occasione della XXIV Giornata Europea della Cultura Ebraica, la Comunità ebraica toscana, alla presenza del sindaco di Siena Nicoletta Fabio, del Presidente della FMPS Carlo Rossi e dei rappresentanti della Soprintendenza di Siena aveva annunciato la campagna di restauro e fundraising.
Poco dopo il lancio della raccolta fondi, diversi utenti hanno scritto messaggi antisemiti, che dipingevano gli ebrei come avidi e attaccanti ai soldi, accompagnati dal termine “giudeo”, usato nell’accezione negativa.
Enrico Fink, presidente della Comunità Ebraica di Firenze e Siena, ha commentato così questa triste vicenda:
“È abbastanza doloroso vedere riemergere messaggi del genere in seguito ad una richiesta di aiuto per difendere un monumento e un pezzo di storia, della città di Siena, che è di tutti. Abbiamo letto commenti infarciti di luoghi comuni ed errori anche piuttosto grossolani, per fortuna non sono tutti così e ci sono stati anche messaggi di sostegno oltre alle donazioni che stanno continuando, ad arrivare. C’è solo da augurarci che prima o poi spariscano questi pregiudizi e vengano spazzate via offese e frasi antisemite che non appartengono a città come Siena e Firenze che hanno sempre mostrato vicinanza e sostegno nei confronti della Comunità ebraica”.
Nell’iniziativa “Insieme per la Sinagoga di Siena” si leggeva che l’intervento stimato per la riapertura del tempio ebraico senese fosse di 320 mila euro. Il progetto prevede due fasi: stabilizzazione della volta danneggiata e copertura per eliminare il pericoloso effetto di spinta sui muri perimetrali. Nelle idee c’è anche un altro traguardo, quello di restaurare le decorazioni neoclassiche della volta che risalgono al 1786.
Leggendo questi commenti sembrerebbe come se gli ebrei non fossero meritevoli di veder riaprire il loro luogo di culto e preghiera.