Marcello De Angelis ha causato una nuova bufera. Dopo le dichiarazioni sulla matrice non fascista della strage di Bologna, il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio si è reso protagonista di due episodi antisemiti.
Il primo è datato 21 dicembre 2022, quando sul suo profilo Instagram Marcello De Angelis ha postato una foto di un candelabro con un lumino acceso all’interno, accompagnandolo con queste parole:
“Meglio accendere una candela… che maledire l’oscurità… Buona fine e buon inizio”.
Il post non è sfuggito all’ex parlamentare Pd Emanuele Fiano che ha spiegato:
“Quel candelabro è chiamato Yule, ed era offerto come omaggio dal criminale Heinrich Himmler ai camerati delle SS per il capodanno, lo facevano produrre da prigionieri di Dachau alla fabbrica Allach. I nazisti dovevano accenderlo il 21 dicembre per il solstizio, seguendo la passione himmleriana. Dillo cosa sei, abbi il coraggio delle tue idee, ti piace ancora Himmler? Ti riconosci nel nazismo? Porti avanti quelle tradizioni? Cosa vuol dire che non sei più quello delle canzoni antisemite se poi fai gli auguri il 21/12 con il porta candela delle SS? Non avete neanche il coraggio”.
Un passato nell’estrema destra che non sembra tale per De Angelis, che ha scatenato ulteriori polemiche a causa del testo di una canzone da lui scritto per il gruppo “rock identitario”, chiamato “270 bis”, di cui è frontman.
Il titolo è tutto un programma Settembre Nero, stesso nome del gruppo terroristico palestinese che si è macchiato di diversi attentati contro Israele e contro gli ebrei. Questa la strofa incriminata:
“Troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti. Se con l’oro hanno comprato la mia casa e la mia terra”.
Un chiaro riferimento ai pregiudizi antiebraici, come evidenziato dal Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun:
“Oggi Fanpage.it riporta che Marcello De Angelis è l’autore di una canzone dal titolo “Settembre Nero”, un testo che riprende stereotipi antiebraici e distorce gli avvenimenti storici, elogiando il terrorismo palestinese macchiatosi di imperdonabili atrocità a danno di innocenti atleti israeliani nell’attentato del settembre del 1972 presso il villaggio olimpico di Monaco. Ripudiamo i luoghi comuni dell’antisemitismo e le vergognose distorsioni della verità storica”.
Il recente post sul candelabro di Himmler è rimasto al suo posto, così come Marcello De Angelis, che continua a ricoprire un ruolo prestigioso a via della Pisana. Recente, come lo è la canzone che unisce uno stereotipo antiebraico con uno dei gruppi terroristi palestinesi più sanguinari.
Nessun peccato di gioventù (come se in gioventù si potesse fare di tutto e poi pentirsene), quindi. Le responsabilità sono da ricercare in quella “maturità”, che non solo non pare abbia sconfessato il passato, ma ha portato De Angelis a un ruolo di assoluta rilevanza all’interno della Regione Lazio.