27 paesi hanno firmato una dichiarazione congiunta per esprimere forte preoccupazione per la commissione delle Nazioni Unite contro Israele, istituita nel maggio 2021.
Dichiarazione rilasciata dagli Usa a nome degli altri 26 stati, tra cui l’Italia, che ha l’obiettivo di accendere un faro su una commissione “senza clausola di decadenza, data di scadenza o chiare limitazioni connesse all’escalation nel maggio 2021”, che mira a demonizzare lo Stato ebraico, quale unico responsabile dell’escalation della primavera di due anni fa.
Michèle Taylor, ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha affermato nella dichiarazione congiunta che il mandato illimitato della commissione ha fatto nascere “preoccupazione” in diversi membri:
“Per essere chiari, nessuno è al di sopra del controllo ed è responsabilità di questo consiglio promuovere e proteggere i diritti umani in tutto il mondo. Dobbiamo lavorare per contrastare l’impunità e promuovere la responsabilità sulla base di standard coerenti e universalmente applicati. Riteniamo che la natura di questa commissione d’inchiesta sia un’ulteriore dimostrazione dell’attenzione sproporzionata e di lunga data prestata a Israele nel consiglio, e che debba finire”.
I firmatari della dichiarazione sono:
Albania, Austria, Bulgaria, Camerun, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Eswatini, Figi, Guatemala, Ungheria, Israele, Italia, Kenya, Liberia, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Macedonia del Nord, Palau, Papua Nuova Guinea, Polonia, Romania, Slovacchia, Stati Uniti Togo e Regno Unito.
La commissione è composta da tre persone, dall’ex capo dei diritti delle Nazioni Unite Navi Pillay del Sud Africa, con Miloon Kothari dell’India e Chris Sidoti dell’Australia, che non hanno mai fatto mistero delle loro posizioni antisraeliane e filopalestinesi.
Perché una simile commissione solo contro Israele? Perché una durata illimitata? Perché un budget così elevato?
Domande cui qualcuno prima o poi deve dare delle risposte…