Una manifestazione propalestinese si è tenuta a Berlino, nei quartieri Kreuzberg e Neukölln, dove risiede una folta comunità araba e musulmana.
A dirla tutta la manifestazione in questione non ha mancato di mostrare il suo carattere antisraeliano e antiebraico. Sono stati urlati, infatti, slogan come morte agli ebrei” e “morte a Israele” e “Tel Aviv, la risposta arriverà presto”.
Non sono stati registrati cori in favore dei palestinesi o della loro possibilità di migliorare le condizioni di vita.
E allora che manifestazione propalestinese è stata? La risposta se non fosse chiara è che per diversi manifestanti in tutto il mondo essere in favore del popolo palestinese significa appiattirsi esclusivamente su posizioni antisraeliane, segnando di fatto una sorta di incompatibilità.
Incompatibilità che nasconde il vero sentimento: Israele non deve esistere.
La protesta andata in scena a Berlino è stata giustificata con gli scontri avvenuti fra la polizia israeliana e gli arabi che si erano asserragliati nella Moschea di Al Aqsa lanciando bombe incendiarie e pietre contro le forze dell’ordine.
L’ambasciatore israeliano in Germania, Ron Prosor, ha puntato il dito contro coloro che hanno intonato gli slogan antisraeliani e antisemiti (guarda il video), rei di “approfittarsi delle libertà in Germania” e si è chiesto come sia stato possibile che “la manifestazione si sia potuta svolgersi in questa forma”.
Il riferimento è all’operato della polizia presente alla manifestazione, che non ha fatto nulla per bloccare i dimostranti.
La senatrice degli Interni di Berlino, Iris Spranger (SPD), ha stigmatizzato la manifestazione su Twitter:
“Condanno qualsiasi tipo di minaccia e dichiarazione antisemita. L’odio non ha posto nella nostra società”.
Le ha fatto eco il ministro federale della Giustizia, Marco Buschmann (FDP), che sempre su Twitter ha scritto:
“Quando gruppi cantano ‘Morte agli ebrei’ nelle strade tedesche, c’è un primo sospetto di incitamento del popolo”.
Fin quando il bene del popolo palestinese verrà presentato solo in forma antisraeliana, i passi verso la stabilità saranno sempre più difficili…