Che la visione sulla questione mediorientale di Francesca Albanese sia sbilanciata contro Israele non è affar nuovo. La relatrice speciale delle Nazioni Unite per i palestinesi, infatti, più volte ha attaccato lo Stato ebraico, sostenendo il diritto di Hamas “di resistere all’occupazione”.
Nel novero delle attività antisraeliane di Francesca Albanese, però, ne va aggiunta un’altra arrivata nel giorno in cui si ricorda la Shoah.
Una provocazione per alcuni, una coincidenza per altri. Cronaca per chi guarda i fatti e riporta l’incontro in cui Francesca Albanese ha esposto il suo Rapporto 2022 sui Diritti umani in Palestina, presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con i saluti istituzionali del Prorettore Luisa Bienati.
Rapporto caratterizzato da posizioni decisamente contrarie a Israele, che già all’indomani della presentazione al Consiglio ONU il 20 ottobre scorso aveva suscitato diverse polemiche.
La tappa veneziana è solo l’ultima di quello che appare essere un progetto itinerante, suffragato da interviste in cui non si contano le tesi contro Israele e la lobby ebraica.
Proprio quella lobby ebraica che secondo Francesca Albanese “soggioga gli Stati Uniti:
“L’America e l’Europa, l’una soggiogata dalla lobby ebraica, l’altra dal senso di colpa per l’Olocausto, rimangono ai margini e continuano a condannare gli oppressi che si difendono con gli unici mezzi che hanno (missili squinternati), invece di mettere Israele di fronte alle sue responsabilità di diritto internazionale”.
Israele cui:
“È stato permesso di portare avanti un progetto coloniale d’insediamento, che si è inevitabilmente tramutato in apartheid, proprio nel momento storico in cui il resto del mondo affrontava il processo di decolonizzazione e prometteva a sé stesso e i suoi popoli di porre fine al colonialismo, in tutte le sue forme”.
Il termine “apartheid” assai vicina alla narrativa palestinese che vuole incolpare Israele di quell’inesistente segregazione razziale, bollata assurda dal presidente francese Macron.
Se questa affermazione è stata letta con stupore, forse non si conosce la posizione di Francesca Albanese sugli attentati di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche, definite “resistenza armata in nome della libertà e l’indipendenza”, tanto che Israele non avrebbe alcun diritto a difendersi.
Una frase pronunciata dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite per i palestinesi dopo l’attentato palestinese di due settimane fa a Tel Aviv, in cui ha perso la vita l’avvocato romano Alessandro Parini.
Le posizioni estremizzate della Albanese hanno portato alla nascita di una petizione sul sito Change.org, secondo cui:
“Le azioni della Albanese rappresentano una violazione diretta e flagrante del Codice di condotta delle Nazioni Unite per i relatori speciali, che richiede ai relatori di agire sempre con “imparzialità e obiettività”.
La petizione chiede al Segretario generale delle Nazioni Unite di licenziare la Albanese, inviando così un chiaro messaggio contro l’antisemitismo.