Sale la tensione in Israele dopo i numerosi attacchi subiti negli ultimi giorni. Lo Stato ebraico è stato fatto oggetto di due diversi lanci di razzi tra mercoledì e sabato scorsi, provenienti dal Libano e da Gaza.
Da nord a sud, come stretto in una morsa Israele si è dovuto difendere da decidine di razzi.
Il portavoce delle forze di difesa israeliane Daniel Hagari ha affermato che dietro il lancio di missili dal Libano c’è Hamas, gruppo terroristico che guida la Striscia di Gaza. Non solo, perché Hagari, in un briefing con i giornalisti, ha aggiunto che l’esercito sta esaminando il coinvolgimento iraniano nell’attacco.
Gli attacchi verso Israele si sono materializzati anche venerdì scorso in due attentati terroristici.
Il primo nella valle del Giordano, dove un terrorista ha sparato uccidendo sul colpo due sorelle ebree israeliane di origine inglese, Rina e Maya Dee, la cui madre Lucy è morta ieri a causa delle ferite riportate.
Il secondo sul lungomare di Tel Aviv, dove l’avvocato romano Alessandro Parini è stato ucciso dal terrorista Yousef Abu Jaber, un arabo israeliano, che con un’automobile si lanciato sulla folla.
Sull’accaduto i media italiani hanno mostrato una sensibilità difficilmente mostrata in altre occasioni, non esitando a scrivere parole come “attentato terroristico”.
È bene ribadirlo, per Progetto Dreyfus le morti causate da attentati terroristici non hanno colore, provenienza o etnia. La nostra era solo una mera constatazione.
Dulcis in fundo le polemiche che hanno travolto Beppe Grillo che su Twitter si è lanciato una difesa dei palestinesi e in un attacco contro Israele. Polemiche che hanno visto diversi utenti scagliandosi contro l’ex comico, reo di “ignorare” la morte del povero Alessandro Parini e quelle delle sorelle Dee (prima che decedesse anche la loro madre).
Tutti questi attacchi sono avvenuti in giorno di festa per Israele e il popolo ebraico, intentati a festeggiare Pesach, la pasqua ebraica.
Tutti questi attacchi sono stati festeggiati da Hamas, Jihad Islamica e decine di palestinesi con la distribuzione solita dei dolcetti nelle strade.
La fotografia è chiara: cultura della morte contro cultura della vita.