La Fifa ha deciso di sospendere a data da destinarsi i sorteggi del Mondiale di calcio Under 20, in programma in Indonesia dal 20 maggio all’11 giugno.

Inizialmente previsti per il 31 marzo prossimo, il massimo organo calcistico del mondo ha rimandato l’estrazione dei gruppi dopo la minaccia di Wayan Koster, governatore di Bali, sede del sorteggio, di non accogliere la delegazione d’Israele sul territorio.

Nella lettera da lui scritta al ministero della Gioventù e dello Sport, Koster ha chiesto il ritiro di Israele dalla competizione. 

A due mesi dall’inizio del Mondiale, quindi, nessuna squadra conosce i suoi avversari. A dirla tutta, diversi organi di stampa hanno paventato l’ipotesi di spostare il torneo altrove.

Al momento, l’incertezza regna sovrana sulla Fifa, che deve ancora riprendersi dagli imbarazzi del Mondiale in Qatar.

La settimana scorsa nelle piazze di Giakarta, alcuni gruppi avevano manifestato contro la partecipazione di Israele al Mondiale Under 20.

Quelle proteste, però, non arrivavano da un personaggio politico come il governatore di Bali.

E pensare che proprio Bali, unica isola dell’arcipelago indonesiano non a maggioranza musulmana, era la candidata a ospitare la fase a gironi della nazionale israeliana.

La Federcalcio indonesiana sta lavorando per abbassare la tensione e fare in modo che tutto si svolga secondo i programmi.

Dietro, ovviamente, c’è un tornaconto economico e d’immagine. Nessuna mano verso Israele, che continua a subire il boicottaggio sportivo.

Gli ultimi tre episodi, solo nel calcio, sono: le rinunce dell’Argentina di disputare un’amichevole in Israele prima dei Mondiali nel 2018, quella del Barcellona contro Beitar Jerusalem nel 2019 e quella dell’Uruguay nel 2022.

Anche nello scenario migliore, c’è un intoppo.

Mettiamo il caso che tutto si risolva, il sorteggio subirebbe un “aiutino” per non far giocare Israele contro un paese ostile?

E se questo dovesse avvenire nella fase a eliminazione diretta?