Striscioni con la scritta “Palestina libera” o “Israele è il nemico dell’Islam” sono stati esposti da poche decine di indonesiani, scesi in piazza a Giacarta per manifestare contro la partecipazione di Israele ai Mondiali di calcio Under 20, in programma dal 20 maggio all’11 giugno prossimo.
Una delle organizzazioni responsabili della protesta è stata PA 212, il cui portavoce Buya Hussein ha fatto uso della solita e stancante narrativa palestinese, secondo cui Israele:
“Non solo colonizza, ma tratta i nostri fratelli e sorelle in Palestina in un modo molto spaventoso e barbaro. L’esercito israeliano non ha solo ucciso le persone che stanno combattendo, ma anche civili, madri e bambini in atti di ferocia e crudeltà”.
La prima domanda da porre a Hussein sarebbe quella di spiegarci di cosa sia la Palestina per lui. Se un luogo fisico esistente o un’entità astratta che nella sua speranza andrebbe a sostituire lo Stato d’Israele, di fatto cancellandolo.
La seconda è spiegarci quali siano questi “atti di ferocia e crudeltà” contro “madri e bambini”.
Una retorica fatta di slogan e forma e inesistente sostanza, che però è molto utile per incitare le folle.
L’idea alla base della manifestazione promossa contro Israele ha visto la risposta dello stesso governo indonesiano che, nonostante non abbia relazioni diplomatiche formali con Gerusalemme e sia sostenitore della causa palestinese, ha dichiarato che la squadra di calcio dell’Under 20 israeliana potrà disputare la competizione.
Israele, quindi, giocherà i Mondiali di calcio Under 20.
Siamo estremamente curiosi di sapere cosa potrebbe succederà qualora la squadra israeliana arrivasse nelle prime posizione, le modalità del cerimoniale e della premiazione.
Sarà molto difficile che Israele possa aggiudicarsi una medaglia, ma se Buya Hussein sogna la Palestina perché noi non potremmo sognare una vittoria mondiale?