La Knesset (parlamento israeliano) ha approvato, con 94 voti a favore e 10 contrari, una legge atta a revocare la cittadinanza a tutti quei terroristi condannati, cui l’Autorità Palestinese o un ente associato elargiscono denaro.
La legge, un emendamento alla legge israeliana sulla cittadinanza del 1952 che dà facoltà al Ministro degli Interni di revocare il loro status dopo un’udienza, è applicabile sia a cittadini israeliani sia ai residenti permanenti finiti in carcere dopo una condanna per:
- Terrorismo;
- Favoreggiamento del terrorismo;
- Attacco alla sovranità israeliana;
- Istigazione alla guerra o aiuto al nemico in tempo di guerra.
Cosa accede dopo la revoca della cittadinanza? L’individuo in questione perde il diritto di entrare in Israele.
Cosa è successo fino a ora.
L’Autorità Palestinese e enti associati, nel corso degli anni, hanno pagato ai terroristi palestinesi condannati un vitalizio, aiutando economicamente le loro famiglie mediante un fondo apposito.
Questi aiuti sono considerati dal governo israeliano, di fatto, un finanziamento al terrorismo palestinese.
La proposta di legge è stata fatta da Sharren Haskel, membro della Knesset dal 2015, eletta alle scorse elezioni nelle fila del partito HaMaḥane HaMamlakhti, che prima della definitiva approvazione l’aveva spiegata così ad HaTikwa:
“A chi uccide civili innocenti e semina il terrore l’Autorità Palestinese paga uno stipendio. Questi terroristi, che vengono pagati per commettere omicidi e terrorizzare il nostro Paese, vengono considerati dalla stessa Autorità come cittadini e soldati in cattività. Chi commette questo tipo di crimini non dovrebbe rimanere cittadino dello Stato d’Israele. Piuttosto, dovrebbero diventare cittadini di quell’Autorità per cui stanno combattendo. Chi semina il terrore e viene pagato da un’entità straniera per farlo tradisce il proprio paese. Per questo credo sia giusto che queste persone rinuncino alla loro cittadinanza e diventino cittadini palestinesi come desiderano”.
Un altro paese che prevede la revoca della cittadinanza ai terroristi è la Gran Bretagna, che ha adottato questo provvedimento nei confronti di Shamima Begum (caso citato più volte nella commissione israeliana), una cittadina britannica arruolatasi nello Stato Islamico in Siria.