L’Università di Tel Aviv esporrà in mostra il gioco da tavola nazista “Juden Raus” (“Via gli ebrei“), che venne diffuso in Germania nel 1938, alla vigilia della Giornata Internazionale della Memoria, che ricorda le vittime della Shoah.

Gioco in cui ciascun giocatore doveva raccogliere cappelli “da ebreo” dalle aree residenziali e commerciali ebraiche della città e portarli in uno dei punti di raccolta. Il primo a portare a termine il compito avrebbe vinto la partita.

“Juden Raus” era accompagnato da diverse didascalie, una delle quali recitava: “Andate in Palestina!” (Auf nach Palästina!).

Il gioco da tavolo, destinato ai bambini, venne prodotto dalla Guenther and Co. e distribuito da Rudolf Fabricius, un commerciante di generi alimentari.

Secondo le cronache “Via gli ebrei” non riscosse molto successo né nella popolazione, né all’interno del partito nazista tedesco, che lo riteneva “un gioco di probabilità” che contraddiceva la panificazione e la metodicità della “Soluzione Finale”, che il Terzo Reich stava programmando per il popolo ebraico in Europa.

Il prof. emerito José Brunner, il Direttore Accademico e Presidente del Comitato Scientifico della Wiener Library, ha affermato che:

“Ebrei fuori! è chiaramente il risultato di anni di sfacciato incitamento e antisemitismo che hanno prevalso nella società tedesca negli Anni 30, tanto che qualcuno ha avuto l’idea che cacciare gli ebrei fosse un tema adatto per un gioco per bambini”.

La prof.ssa Dina Porat del Dipartimento di storia ebraica dell’Università di Tel Aviv ha dichiarato che:

“Il gioco alla mostra dovrebbe essere visto nel contesto generale dei materiali di studio nelle scuole e nelle scuole materne naziste, come un’edizione speciale dei Protocolli dei Savi di Sion per bambini”.

Questa era l’aria che respirava nella Germania degli Anni 30, tutta protesa in una campagna antisemita che avrebbe portato a una delle pagine più nere della storia dell’uomo.

I più attenti avranno notato che il gioco riportava la didascalia, che esortava gli ebrei ad andare “in Palestina”, cioè in quella che di lì a poco sarebbe divenuta Israele.

Oggi “alcuni” chiedono agli ebrei di abbandonare Israele.

Strano eh…