Era 18 settembre 1938 e a Trieste Benito Mussolini annunciava per la prima volta le leggi razziali, che per gli ebrei furono l’inizio delle privazioni dei propri diritti.
Ieri, 9 novembre 2022, sulla facciata della sinagoga della città è apparsa una frase discriminatoria scritta con la vernice nera: “Gli ebrei sono i nuovi razzisti e fascisti”.
Qualcosa, ahinoi, deve essere andato storto nella trasmissione della storia, altrimenti gli agenti della Digos non avrebbero inviato un’indagine per far luce su un vergognoso episodio, su quale è intervenuto Alessandro Salonichio, Presidente della comunità ebraica di Trieste, che a Sky Tg 24 ha commentato:
“Il materiale ripreso dalle nostre videocamere è già a disposizione della Digos. Auspico, come è già successo in altre occasioni, che il responsabile venga individuato presto. Non ho elementi che possano indirizzare il colpevole a una specifica provenienza o impostazione politica, aspettiamo i risultati dell’indagine. Come comunità siamo scossi e arrabbiati”.
L’episodio è subito finito sui social vedendo le condanne di alcuni esponenti politici nazionali, che hanno espresso vicinanza agli alla comunità ebraica di Trieste.
Il sottosegretario all’Economia Sandra Savino ha affermato:
“Sono vicina alla comunità ebraica di Trieste e mi auguro che vengano rapidamente identificati i responsabili di un gesto che considero inqualificabile. Sono azioni che non possono restare impunite”.
Le ha fatto eco il Presidente di Italia Viva Ettore Rosato:
“Delinquenti al lavoro sulla Sinagoga di Trieste. Ignoranti, da punire severamente”.
Come detto qualcosa deve esser andato storto nella trasmissione e nell’insegnamento della storia.
Perché se oggi siamo qui a scrivere di un gesto simile, c’è stato qualche maestro e/o allievo che hanno distorto quanto accaduto.
Perché non è la prima volta, che succedono cose simili.
Perché sostenere che “gli ebrei” siano “i nuovi razzisti e fascisti” significa voler riscrivere la storia.