Non è certo una novità la problematica dell’islamismo in Francia. Da anni il governo di Parigi ha davanti questa matassa, che non riesce a sbrogliare.

Una deriva islamista che molto spesso ha messo nel mirino gli ebrei francesi, divenuti un bersaglio troppo facile da colpire.

Come dimenticare le barbare uccisioni di Ilan Halimi, Sarah Halimi e Mireille Knoll e altri attacchi verbali e non contro gli ebrei.

Ultimo in ordine di tempo quello nei confronti di un professore, cui è stata rivolta una lettera anonima arrivata pochi giorni fa nel liceo di Évry-Courcouronnes, dove lavora.
Lettera che recita così:

“Il vostro prof, lo sporco ebreo, deve smetterla di fare il furbo. Altrimenti farà la fine di Samuel Paty, sia lui che suo padre, il vecchio rabbino sionista. Ci occuperemo di lui all’uscita dal liceo”.

Siamo in una delle tante banlieue di Parigi, in un comune analogo a quello nel quale Samuel Paty, docente di storia e geografia del collège du Bois d’Aulne a Conflans Sainte-Honorine, venne decapitato all’uscita dalla scuola da un terrorista islamico, il ceceno Abdoullakh Anzorov.

La colpa attribuitagli fu quella di aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto.

Era il 16 ottobre 2020. Quel giorno la Francia confermò alla comunità internazionale di non aver risolto la questione legata all’islamismo radicale.

L’atroce assassinio di Samuel Paty venne commentato così dal Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron:

“Voglio dire a tutti gli insegnanti di Francia, che siamo con loro, la nazione tutta intera sarà al loro fianco oggi e domani per proteggerli, per permettere loro di fare il loro mestiere che è il più bello che esista. Il terrorista ha voluto abbattere la Repubblica nei suoi valori, i Lumi, la possibilità di fare dei nostri figli dei cittadini liberi. Faremo quadrato, non passeranno, l’oscurantismo e la violenza non trionferanno, non ci divideranno”.

Sono passati due anni e la situazione in Francia non sembra proprio migliorata, anzi.

Già da anni diversi ebrei hanno lasciato il paese, perché ritenuto troppo pericoloso.

La politica e la società civile francese non riescono a estirpare una piaga sociale sempre più preoccupante.