È stato un fine settimana ricco di emozioni per il calcio italiano, con diverse partite di cartello in Serie A, caratterizzate da molti gol e giocate spettacolari.
Fine settimana che però è stato caratterizzato anche da due episodi di antisemitismo all’interno degli stadi, entrambi accaduti di sabato.
Andiamo con ordine.
Alle ore 15 al Franchi di Firenze ha avuto inizio Fiorentina-Juventus, gara che per il calcio italiano è sinonimo di accesa rivalità tra le due tifoserie.
Dal settore dedicato ai tifosi della squadra bianconera si è alzato un coro, che ha visto questa conclusione:
“I viola non sono italiani, ma sono una massa di ebrei”.
Dal coro antisemita dei tifosi della Juventus a quello dei sostenitori dell’Inter, che nel tardo pomeriggio hanno dato la conferma di un pregiudizio antiebraico all’interno di alcuni gruppi di tifosi poco prima del derby contro il Milan.
Al momento dell’ingresso in campo delle due squadre, diversi tifosi nerazzurri hanno cantato “I campioni dell’Italia sono ebrei”, dove per campioni d’Italia leggasi Milan, squadra che si è imposta nella passata stagione.
Un episodio a dir poco spiacevole ripreso dal profilo Twitter ufficiale del Milan, che ha commentato con parole in inglese: “What a shame”, traducibile con “Che tristezza” o “Che vergogna”.
Secondo le notizie raccolte dall’Ansa, la società rossonera pare intenzionata a fare una segnalazione alla Procura.
Non solo cori e non solo in Serie A, perché la scritta “Anna Frank tifa Cesena. Giudei” è comparsa la notte tra giovedì e venerdì dietro al muro della curva ospiti dello stadio Romeo Neri di Rimini.
Il riferimento è al prossimo turno del campionato di Serie C in cui si giocherà il derby tra Rimini e Cesena, di cui un presidente è Robert Lewis, che ha origini ebraiche.
La famiglia Lewis peraltro è già stata fatta vittima di violenze di natura antisemita.
Il figlio Luca – all’epoca portiere del New York Red Bulls – era stato aggredito lo scorso maggio a New York da un gruppo di palestinesi.
L’antisemitismo è un problema delle società contemporanee e il calcio, come parte di esse, non può certo esserne esente.