Utilizzo e la manutenzione di armi da fuoco, simulatori di tiro per esercitarsi a sparare sui soldati. Insomma, un addestramento vero e proprio. Peccato che tutte queste “lezioni” non vengano impartite a ragazzi in età da militare, ma a dei bambini.
E i bambini non potevano che essere quelli palestinesi cui, per l’appunto, si insegna a fare fuoco su “soldati israeliani”.
Il motivo è semplice e l’hanno rivelato i membri di una delegazione di Hamas, fra cui l’alto funzionario Maher Sabra e Muhammad Abu Askar, recatasi presso i campi estivi.
Membri che ai ragazzi hanno detto:
“Oh cuccioli di leone, voi siete la generazione della liberazione e con il vostro aiuto libereremo al-Aqsa, ad Allah piacendo”.
A rivelare l’esistenza dei campi estivi di Hamas è stato un rapporto del Middle East Media Research Institute (MEMRI), secondo cui tutto è iniziato il 23 luglio scorso.
La cerimonia di apertura cui è stata data più importanza è quella svoltasi al parco-divertimenti Asda, costruito sui terreni di una ex comunità ebraica israeliana.
Un luogo scelto non a caso, come ha sottolineato Muhammad Farawneh, membro del Comitato centrale dei campi:
“Sul suolo che è stato liberato dalla contaminazione dell’occupazione è il segnale che tutta la terra un giorno sarà riconquistata”.
Muhammad Abu Mahmoud, presidente del Comitato del campo estivo nel distretto centrale di Gaza, ha sottolineato che il campo è stato chiamato in questo modo:
“Per sottolineare i nostri radicati diritti a Gerusalemme, e che la generazione della liberazione continuerà a issare lo stendardo fino a quando l’occupazione non sarà rimossa da tutta la nostra terra palestinese occupata”.
Quelli di Hamas a Gaza non solo gli unici campi estivi in cui i ragazzi imparano l’odio per Israele e gli ebrei, nonché l’utilizzo delle armi da fuoco.
Perché anche nella West Bank Fatah ha organizzato addestramenti militari per i più piccoli.
Generazioni di odiatori e baby militari crescono. Così è difficile pensare che le leadership palestinesi vogliano davvero la pace con Israele come fanno credere alla Comunità Internazionale.
