La Roma ebraica e non solo piange la morte di Donato Di Veroli, 98 anni, l’ultimo sopravvissuto romano ai lager nazisti.
Classe 1924, venne deportato nel marzo 1944 nell’inferno di Auschwitz, per poi esser spostato in altri campi di sterminio.
Tornato a Roma dopo la tremenda esperienza nel lager nazista, Donato Di Veroli decise di essere un testimone silenzioso, tenendo per sé quei terribili giorni vissuti.
Tanto dolore e tante atrocità viste per Donato Di Veroli, ricordato così della presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello:
“Ci lascia a 98 anni Donato Di Veroli. Dopo la terribile esperienza della Shoah ebbe il coraggio di ricostruirsi una vita e una famiglia dalla forte identità ebraica, che oggi fa attivamente parte della nostra Comunità tramandandone le tradizioni. Piangiamo la sua scomparsa con la famiglia, a cui mandiamo il nostro abbraccio. Sia il suo ricordo di benedizione”.
Cordoglio per la morte di Donato Di Veroli anche nell’aula Giulio Cesare, e in particolare dal gruppo consiliare del PD di Roma Capitale, che si sono stretti attorno:
“Alla Comunità Ebraica di Roma e alla famiglia. Un altro testimone degli orrori dei campi di sterminio ci lascia, ma resta intatta la memoria di quanto accaduto”.
Dolore per la dipartita di Donato Di Veroli è stato espresso dalle autorità dei Roma e del Lazio.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha detto:
“Non dimentichiamo la tragedia che visse e ci impegniamo per far conoscere alle future generazioni la sua storia. Vicinanza alla famiglia e a tutta la comunità”.
Gli ha fatto eco il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che in un tweet ha scritto:
“A nome dell’amministrazione regionale mando un abbraccio alla famiglia e alla Roma ebraica. La tua storia non sarà dimenticata”.
Una storia che Donato Di Veroli ha raccontato in rare occasioni, come nel 2011 in occasione di un evento legato alle iniziative per il Giorno della Memoria:
“Sono stato liberato il 29 aprile del 1945 da Dachau, ma sono passato attraverso vari campi. Ho vissuto ad Auschwitz, ma quando sono arrivati gli Alleati, non ero già più lì. Ho sofferto per altri tre mesi e mi sono ammalato al polmone a causa del deperimento”.
Con Donato Di Veroli se ne va un pezzo di storia d’Italia e dell’ebraismo romano. Se ne va quel pezzo di storia di quando essere ebreo era un prezzo da pagare con sofferenza e atrocità, nonché con la morte in una camera a gas.