Essere ebrei e libertà sono due concetti che non sempre vanno a braccetto. Purtroppo esprimere liberamente il proprio ebraismo non è sempre possibile, come è successo sabato scorso a Milano, dove un avvocato ebreo è stato aggredito perché aveva indosso la kippà (copricapo ebraico).
A raccontarlo è stato il diretto interessato, che su Facebook ha scritto:
“Oggi, ore 17.50, Milano, Corso San Gottardo-Piazza 24 Maggio. “Yeudì?” – è così che i “giudei” vengono chiamati in arabo – “Sì”. Pioggia di sputi (su di me) e qualche “vaffa…”: sono due arabi che stavano per essere raggiunti da altri due. Gli altri passanti fingono di non vedere. Io corro, loro accennano a inseguirmi ma desistono subito. Qualche pensiero al famoso “virus che muta” (cit. Rav Sakcs), l’antisemitismo. Che dire? Shabat shalom, sempre e comunque”.
Gli aggressori quindi sono stati in totale 4, tutti di origine araba. Gli aggressori hanno agito indisturbati sotto gli occhi dei passanti, che hanno creduto più opportuno non intervenire, sottolineando l’indifferenza che sta contraddistinguendo la nostra società.
La vittima, anche su consiglio dell’amico Davide Romano, noto esponente della Comunità ebraica e presidente del Museo della Brigata ebraica, ha sporto denuncia per l’accaduto:
“Gli ho detto che mi spiaceva tanto e gli ho consigliato di sporgere denuncia, cosa che farà appena terminato Shabbat: è una persona religiosa, che osserva strettamente la regola del riposo, non vuole commentare in questo momento”.
Davide Romano ha continuato:
“Questo fatto è inquietante per due motivi. Per l’atto di antisemitismo in sé, e poi perché altri due arabi estranei al gruppo si sono uniti agli aggressori appena hanno visto un ebreo sotto tiro. Un segnale davvero pessimo di antigiudaismo da branco”.
Quanto successo a Milano è l’ennesimo episodio di quel sentimento antisemita che si respira in Italia. Nel caso specifico è di matrice araba. In altri casi di estrema destra, in altri ancora di estrema sinistra.
Il tutto, però, si può riassumere in una semplice frase: nel 2022 in Italia non sempre gli ebrei sono liberi di indossare la kippà ed esprimere la propria religiosità.