Un ragazzo di 30 anni è morto lo scorso 16 febbraio in Francia dopo esser stato travolto da un tram. Un episodio triste che inizialmente è stato circoscritto a una pura casualità, come tante purtroppo.
Casualità che però con il passare del tempo potrebbe non essere tale. Ciò che è accaduto nella banlieue parigina di Bobigny, infatti, potrebbe essere l’ennesimo episodio di antisemitismo.
Il condizionale non ci piace, ma questa volta è d’obbligo perché le circostanze che hanno portato alla morte di Jérémie Cohen sono ancora oggetto di indagine e sono diventate oggetto di discussione politica, anche a causa delle imminenti elezioni per il primo turno delle presidenziali.
Il cambio di rotta c’è stato con la diffusione social di un video, poi censurato, in cui si vede Jérémie Cohen, ragazzo ebreo con handicap psico-motorio, colpito davanti a un negozio di articoli sportivi da un uomo, cui poi se ne aggiungono degli altri.
Da lì comincia un vero e proprio pestaggio, che costringe Cohen a scappare e rifugiarsi tra due macchine, prima di essere travolto dal tram.
Il particolare che ha fatto pensare alla matrice antisemita è il ritrovamento di una kippah (copricapo ebraico) vicino al corpo della vittima.
A questo va aggiunto la parte della città in cui l’episodio è avvenuto: Bobigny, la banlieue di Parigi caratterizzata dal separatismo islamista, dalla violenza e dallo spaccio.
La memoria collettiva ebraica (solo ebraica?), ovviamente, non può che tornare indietro agli episodi di antisemitismo che hanno scaturito le uccisioni di Ilan Halimi, Sarah Halimi e Mireille Knoll.
Sulla morte di Jérémie Cohen è intervenuto anche il presidente Emmanuel Macron:
“Nel rispetto dell’indipendenza della giustizia, tutti i mezzi saranno messi in atto per identificare gli autori di questa aggressione e fare piena luce sulla vicenda”.
Sulle sorti di Jérémie Cohen bisogna fare chiarezza. Bisogna vedere se l’aggressione è figlia dell’odio antisemita oppure no.
Una cosa è certa: l’aggressione, la morte e il dolore di tutta la famiglia Cohen.