Neanche il tempo di piangere Doris Yahbas, Rabbì Moshe Krvitzky, Lora Yitzhak, Menahem Yehezekel che Israele è tornato a versare lacrime.
Dopo l’attentato terrorista di martedì scorso a Beersheva, che aveva provocato la morte di quattro persone (di cui sopra), lo Stato ebraico è stato colpito al cuore ancora una volta dal terrorismo di matrice arabo-palestinese.
Terrorismo che a Hadera, nord di Tel Aviv, ha ucciso due ragazzi Shirel Abukarat, 19 anni, arruolata da meno di sei mesi e Yezen Falah, 19 anni, israeliano di etnia drusa, arruolato un anno fa, entrambi agenti della polizia di frontiera; e ha ferito tre persone, di cui due in maniera grave.
L’attentato è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza, che ha mostrato due uomini aprire il fuoco e colpire dei passanti, uno dei quali colpito più di una volta mentre era a terra.
Una ferocia inaudita arrivata in concomitanza di un vertice tra Israele e i ministri degli Esteri americano, marocchino, egiziano, del Bahrain e degli Emirati arabi, considerato un tradimento dai palestinesi, così come tutti gli incontri che mirano alla normalizzazione dei rapporti tra lo Stato ebraico e parte del mondo arabo.
Il dolore di Israele è tutto nelle parole della madre Shirel Abukarat, trasferitasi in Israele proprio per essere più al sicuro: “Siamo scappati dalla Francia per darle sicurezza e alla fine lei è andata via così presto qui”.
L’attentato terroristico è stato rivendicato dall’Isis e ha visto la gioia di diversi abitanti della Striscia di Gaza, che hanno festeggiato a suon di dolcetti la morte dei due militari israeliani, così come avevano fatto martedì scorso in occasione dell’uccisione dei quattro civili israeliani uccisi a Beersheva.
Doris Yahbas, Rabbì Moshe Krvitzky, Lora Yitzhak, Menahem Yehezekel, Shirel Abukarat e Yezen Falah sono le sei vittime degli ultimi due attentati terroristici arabo-palestinesi contro Israele.
Tutto questo sta avvenendo sotto il silenzio della comunità internazionale, che tornerà a occuparsi di Medio Oriente esclusivamente quando vorrà criticare e puntare il dito contro lo Stato ebraico.