La guerra fra Russia e Ucraina continua a impegnare i governi e i parlamenti di tutto il mondo, nonché le diverse diplomazie che da più di un mese stanno tentando di risolvere questa delicata situazione.

Fra i paesi impegnati, ovviamente, c’è anche Israele, il cui presidente Bennett nelle scorse settimane ha provato a mediare, parlando sia con Vladimir Putin che con Volodymyr Zelensky.

Proprio il presidente ucraino è intervenuto in videoconferenza alla Knesset (parlamento israeliano) esortando i deputati dello Stato ebraico a “fare una scelta”:

“L’invasione della Russia è diretta a distruggere il popolo dell’Ucraina ed è per questo che assomiglia a quello che i nazisti fecero al popolo ebraico durante la Shoah. Vogliono applicare con noi la soluzione finale. Voi da che parte state? Dovete prendere una posizione perché non avete approvato le sanzioni contro la Russia e perché non inviate armi a noi?”.

Il riferimento alla Shoah non ha trovato ampio consenso in seno alla politica israeliana.

Secondo Yoaz Hendel, ministro delle comunicazioni, il paragone è stato azzardato e fuori luogo:

“Israele apprezza il Presidente dell’Ucraina e sostiene il popolo ucraino nel cuore e nei fatti, ma è impossibile riscrivere la terribile storia della Shoah, che è un genocidio commesso anche sul suolo ucraino. La guerra è terribile, ma il confronto con gli orrori dell’Olocausto e la soluzione finale è scandaloso”.

A fargli eco è stato Yuval Stienitz, ex ministro dell’energia, che su Twitter ha scritto:

“Se il discorso fosse pronunciato in giorni normali rasenterebbe la negazione dell’Olocausto. Vero che migliaia di persone hanno aiutato a salvare gli ebrei ma la triste verità storica è che molti hanno aiutato con entusiasmo i nazisti nel progetto di raccogliere e sterminare gli ebrei e saccheggiare le loro proprietà”.

Una matassa difficile da dipanare, perché all’interno del conflitto russo-ucraino stanno convogliando diverse forze e altrettante sfere di potere, che rendono ancora più complessa la fine delle ostilità.