La Malesia ha fatto sapere che non concederà i visti agli atleti israeliani di squash per partecipare al campionato mondiale che si disputerà a Kuala Lumpur dal 7 al 12 dicembre.
Il paese del sud-est asiatico non ha relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico e ha più volte dichiarato di appoggiare in maniera indiscriminata la causa palestinese.
Come quando l’ex primo ministro della Malesia Mahathir Mohamad si disse “felice di essere etichettato come antisemita” e fervente sostenitore di osservazioni secondo le quali gli ebrei avrebbero “nasi adunchi”.
Notate bene: Mahathir Mohamad fece ricorso a uno stereotipo antisemita, utilizzato molto prima della nascita dello Stato d’Israele, a riprova di un odio che ha che fare esclusivamente con gli ebrei, in quanto tali.
La decisione della Malesia sta scatenando diverse polemiche. La World Squash Federation (WSF) ha fatto sapere di essere in contatto con la federazione malese per convincerne i vertici a cambiare idea.
Se la WSF non riuscisse a dipanare la matassa, la Israel Squash Association ha dichiarato la propria volontà di rivolgersi alla Corte di arbitrato per lo sport in Svizzera.
Il presidente dell’associazione Aviv Bushinsky ha dichiarato all’AFP
“È un peccato che stiano mescolando lo sport con la politica. Coloro che chiudono gli occhi permettono che razzismo e discriminazione avvengano nello sport”.
Fermo anche il commento del ministro israeliano dello sport e della cultura Chili Tropper ha scritto in una nota:
“Trovo impossibile credere che in questa era moderna ci sia ancora un posto per la discriminazione, così come per la mescolanza di considerazioni politiche e sport”.
E invece sì, nel 2021 si fa ancora un uso politico dello sport.
Il motivo? Perché l’odio per gli ebrei è troppo grande. Ce l’ha detto proprio l’ex primo ministro della Malesia Mahathir Mohamad, quando sostenne che gli ebrei hanno il naso adunco.
Come se avere il naso adunco fosse chissà quale colpa da espiare…