Sally Rooney ha deciso di non pubblicare il suo nuovo libro né in Israele e né in lingua ebraica, come adesione al boicottaggio dello Stato Ebraico.
“Beautiful World, Where Are You”, quindi, non seguirà le orme di Conversations with Friends (Parlarne tra amici in italiano) e Normal People (Persone normali), tradotti in passato in ebraico dalla casa editrice israeliana Modan, una delle più importanti del paese, che era intenzionata a tradurre anche l’ultima fatica della scrittrice irlandese.
Sally Rooney ha motivato così la scelta di non associare “Beautiful World, Where Are You” a nulla che sia legato a Israele o agli ebrei:
“Capisco che non tutti saranno d’accordo con la mia decisione, ma sento che non sarebbe giusto per me nelle circostanze attuali accettare un nuovo contratto con una società israeliana che non prende pubblicamente le distanze dall’apartheid nei confronti dei palestinesi e che non sostenga i diritti del popolo palestinese sanciti dall’ONU”.
Parole al di fuori della realtà e che sembrano il solito stancante ritornello della narrativa palestinese. A parte le assurde accuse di apartheid, che semmai ci sono nei territori gestiti da Anp e Hamas, chi pensa che boicottare Israele significhi aiutare il popolo palestinese, sbaglia di grosso.
Non solo le due cose non sono legate, ma boicottare Israele nulla aggiunge al popolo palestinese, vessato, semmai, dalle sue leadership che fanno ben poco per farlo progredire.
Nello specifico: Sally Rooney non pubblicando il suo libro in Israele come pensa di aiutare il popolo palestinese?
Magari quello stesso popolo che avrebbe potuto trasportare i suoi libri con un camion per portali nelle librerie di Israele.
Discriminare Israele in favore del popolo palestinese non ha alcun significato, rientra solo in quell’antisemitismo che si vuole mascherare a tutti i costi.
Ma d’altronde cosa dovremmo aspettarci da Sally Rooney, che ha affermato: “Da marxista sono scettica sull’industria editoriale, primo perché è un’industria…”.
Se non ci fosse un’industria che commercializzasse anche i suoi libri, probabilmente la scrittrice irlandese non sarebbe così conosciuta…