L’antisemitismo ha colpito anche Auschwitz. Incredibile a dirsi, ancora di più a scriverlo. Perché se l’odio antiebraico è una piaga sociale a cui ci siamo dovuti tristamente “abituare”, a sorprendere è l’accanimento e il totale disprezzo per la memoria dei morti.
Non può leggersi in altro modo l’atto vandalico perpetrato al sito di Auschwitz Birkenau II, il più grande dei 40 campi che componevano il complesso nazista, dove venne barbaramente ucciso più di un milione di persone innocenti.
Atto vandalico che si è concretizzato in frasi e slogan antisemiti che negano la Shoah, dipinti con la vernice su nove baracche.
I responsabili del Museo di Auschwitz-Birkenau hanno definito il vile gesto come:
“Un oltraggioso attacco al simbolo di una delle più grandi tragedie della storia umana e un colpo estremamente doloroso alla memoria di tutte le vittime del campo nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau”.
Il personale ha invitato chiunque si trovasse nelle vicinanze del campo di sterminio e abbia assistito al vandalismo a farsi avanti per dare la propria testimonianza. Si spera, in particolare, che qualcuno abbia scattato delle fotografie vicino alla Porta della Morte, all’ingresso di Birkenau e alle baracche di legno.
I vertici del museo di Auschwitz, inoltre, hanno affermato che cancelleranno le frasi antisemite:
“Non appena la polizia avrà raccolto tutta la documentazione necessaria, i conservatori del memoriale di Auschwitz inizieranno a rimuovere le tracce di vandalismo dagli edifici storici”.
Su questo increscioso episodio è intervenuto anche lo Yad Vashem, che ha condannato quello che ha definito un:
“Attacco non solo alla memoria delle vittime, ma anche ai sopravvissuti e a qualsiasi persona con una coscienza”.
La bassezza morale e umana di chi ha compiuto l’atto vandalico antisemita è di difficile commento. Scrivere che sono stati calpestati la memoria e il dolore delle vittime non dà il giusto merito a quanto accaduto.
A quanto pare lo squallore di cui è capace l’uomo non conosce limiti.