Un gioco che inneggia al terrorismo palestinese e alla guerra contro Israele sta per uscire su Steam, la più grande piattaforma mondiale di giochi in streaming.
Il suo creatore, lo sviluppatore brasiliano Nidal Nijm e figlio di un ex militante di Al Fatah scappato nel paese sudamericano dopo la guerra in Libano del 1982, ha respinto le polemiche scaturite dal lancio del gioco, sostenendo che il videogame fa diventare l’utente un “combattente per la libertà”.
Una dichiarazione agghiacciante, non suffragata da un gioco antisemita e molto pericoloso.
Il protagonista de “I cavalieri della moschea di al-Aqsa” è tale Ahmad al Falastini, con un trascorso di cinque anni in carcere e presunte torture subite da quello Stato di Israele, che deve essere abbattuto uccidendo più militari possibili, servendosi di granate, fucili, coltelli e razzi. Il tutto sotto il grido di “Allahu akbar”.
E se il protagonista fallisce la sua missione terroristica?
Si apre una schermata, con una mano insanguinata, una pistola e un coltello abbandonato sulla bandiera palestinese e questo messaggio:
“Sei diventato un Martire. Rallegrati o madre del martire, prepara tuo figlio per il matrimonio (in paradiso), diffondi la rabbia contro l’oppressore, la sua ingiustizia deve essere fermata”.
Per fare questo videogame antisemita, Nidal Nijm ha impiegato dieci anni.
In questo lasso di tempo, però, non ha fatto sapere come mai il suo protagonista è stato messo in galera e quali prove ci siano delle torture mai subite.
In più, Nijm non ha informato nessuno su come sia riuscito a fare un gioco così dettagliato dalla sua comoda casa in Brasile. Quanto da lui creato ricalca la mendace narrativa del terrorismo palestinese, che vuole demonizzare Israele, anziché provare a far star bene il popolo palestinese, che è la prima vittima delle sue stesse leadership.
Ultima ma non per ordine di importanza la copertina del gioco, chiaramente contro Israele, perché raffigurante un palestinese inginocchiato con il volto coperto dalla kefia, mitra in pugno e sullo sfondo la Moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme. Come a dire Gerusalemme non è Israele.
Come rispondere a questa copertina.
Gerusalemme è stata, è e sarà per sempre Israele.