Torna la tensione tra il Comune di Napoli e la Comunità ebraica locale, che lamenta di nuovo “una visione dichiaratamente squilibrata della questione israelo-palestinese” da parte della giunta De Magistris.
A riaccendere gli animi, stavolta, è la decisione di intitolare una strada della città (la II traversa di via Giuseppe Garibaldi) a Yasser Ararat, noto leader del terrorismo palestinese. Decisione che fa leva sul fatto che l’egiziano Arafat abbia vinto il premio Nobel per la pace nel 1994 e commentata così in una nota della Comunità ebraica:
“La Comunità Ebraica è sorpresa del fatto che una simile proposta, peraltro accolta dalla commissione toponomastica comunale, oltre all’inopportunità di sostituire il nome di un personaggio illustre della storia d’Italia con il nome di chi non ha alcun collegamento con il luogo, appaia ancor più discutibile visto che, se è vero che Arafat abbia ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 1994, è altrettanto vero che quel premio lo ebbe assieme a Shimon Peres e Itzkach Rabin, i due statisti laburisti israeliani che con Arafat firmarono gli accordi di Oslo”.
Una scelta di campo precisa quella del Comune di Napoli, che ha ignorato i due politici israeliani vincitori dello stesso premio e nella stessa occasione:
“L’Assessore Clemente avrebbe potuto fare una proposta di buonsenso e di conciliazione, intitolando una strada senza nome ai tre premi Nobel, ma ha scelto di intitolare una strada a Yasser Arafat dimostrando dove cade la sua scelta tra il ricordo dei Nobel per la Pace ed il terrorista”.
La decisione definitiva è stata presa durante lo Shabbat, il giorno di riposo ebraico che ha impedito alla Comunità qualsiasi tipo di opposizione. Comunità che è stata:
“Colta di sorpresa, alla fine dello Shabbat, dalla notizia che l’Amministrazione comunale di Napoli avesse deciso di intitolare la II traversa Giuseppe Garibaldi a Yasser Arafat”.
Un caso o una precisa di volontà da parte del Comune di Napoli, che non voleva alcun impedimento in merito alla sua decisione?
Una domanda senza riposta, cui ne seguono almeno altre due.
Perché intitolare una via a un personaggio che non nulla a che fare con la storia d’Italia?
A Ramallah c’è per caso una via dedicata a Giuseppe Garibaldi?
Chi non crede alla casualità ha reputato molto grave intitolare una via ad Arafat proprio vicino a quella in onore di Garibaldi, perché ritenuti due combattenti per l’indipendenza del proprio paese. Mai cosa più falsa, perché Arafat era un terrorista, per giunta nato in Egitto e non in alcun territorio riconducibile ai palestinesi.