“Israele è più nazista di Hitler”, “Hitler aveva ragione”, “I sionisti non ne hanno mai abbastanza del nostro sangue” e “Il melodramma dell’antisemitismo non va più di moda”.
Sono tweet agghiaccianti, cancellati dal profilo di Tala Halawa, giornalista che oggi lavora come corrispondente da Ramallah per la BBC.
I fatti incriminati risalgono al 2014, anno in cui la reporter ancora non faceva parte dell’azienda britannica che, infatti, ha tenuto a precisare:
“Questi tweet precedono l’impiego del soggetto con la BBC, ma stiamo comunque prendendo la cosa molto sul serio e stiamo indagando”.
Ergo ci sarà un’indagine interna da parte della BBC. Fin qui, nulla da eccepire. Ma come sempre accade in queste situazioni, dobbiamo vedere il problema da un altro punto di vista.
Come può un colosso dell’informazione, com’è la BBC, non conoscere il profilo dei propri giornalisti?
Come può assegnare un incarico delicato come quello di corrispondete da Ramallah a una professionista senza conoscerne il profilo e le idee?
Come è possibile che una giornalista scriva che i media israeliani sono “controllati dal governo sionista” per “produrre persone ignoranti” e poi fare la corrispondente da Ramallah?
Domande che non avranno una risposta. Domande che saranno fagocitate dalla giustificazione secondo cui i tweet antisemiti siano precedenti all’assunzione di Tala Halawa, che si è affrettata a cancellare quanto scritto.
Le opinioni di Tala Halawa su Israele non le hanno permesso di essere imparziale, come dovrebbe fare una giornalista, soprattutto in una parte del mondo, piena di contrasti e contraddizioni.