L’assassino di Sarah Halimi non verrà processato. A deciderlo è stata la corte di cassazione francese, che ha confermato quanto stabilito dal Tribunale d’appello di Parigi nel 2019: Kobili Traore non è processabile perché commise l’omicidio della donna ebrea sotto effetto di stupefacenti.
Uno shock per i familiari Sarah Halimi, che hanno perso così l’ultimo appello possibile per rendere giustizia allo loro congiunta. Familiari a cui non può bastare la conferma da parte della Cassazione della natura antisemita del delitto.
La decisione di non processare l’omicida Kobili Traore ha suscitato molta preoccupazione tra i rappresentanti della comunità ebraica.
“È un dramma aggiuntivo che si aggiunge a questa tragedia”, ha lamentato la Licra (Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo), cui ha fatto eco quanto dichiarato dal presidente del CRIF (Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche in Francia), Francis Kalifat: “D’ora in poi, nel nostro Paese, possiamo torturare e uccidere gli ebrei nella totale impunità”.
Parole dure anche da parte di uno degli avvocati della famiglia Halimi, Muriel Ouaknine Melki, che ha annunciato di voler rivolgere alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), sostenendo che la sentenza “è un brutto segnale per gli ebrei francesi”.
L’omicidio di Sarah Halimi risale alla notte del 3 aprile 2017, quando Kobili Traore l’accoltellò e poi la gettò dalla finestra quando era ancora in vita, al grido di “Allah HuAkbar”.
Come può la corte di cassazione, al contempo, confermare la natura antisemita dell’assassinio e dichiarare Traore non processabile?
Se era veramente incapace di intendere e di volere, come ha fatto a colpire a morte proprio un’ebrea?
In sostanza: un uomo ha ucciso una donna che odiava in quanto ebrea, l’ha fatto sotto effetto di droghe, ma non può andare a processo.
Questa sentenza non è brutto segnale solo per gli ebrei. È brutto segnale per tutte le persone civili e per tutti coloro che odiano le ingiustizie.