“Un attacco terroristico”. Così la polizia ha definito quanto è avvenuto a Vetlanda, in Svezia, dove un giovane afghano ha accoltellato sette persone, ferendone tre in maniera grave, che sono in pericolo di vita.
Secondo le prime ricostruzioni il 22enne avrebbe colpito in cinque punti diversi della città scandinava, prima di esser fermato da un agente di polizia che gli ha sparato a una gamba. Ferito, il sospettato attentatore è stato trasportato in ospedale. Le sue condizioni, al momento, non hanno permesso alle forze di polizia di interrogarlo.
I media nazionali hanno scritto che l’attacco terroristico è iniziato alle ore 15 circa di ieri, quando nel piazzale della stazione ferroviaria, il 22enne afghano ha cominciato a colpire con il coltello i passanti senza alcuna motivazione apparente. L’utilizzo del coltello, però, non è stato confermato dalla polizia che ha parlato di un’arma senza specificare quale fosse.
Il primo ministro svedese, Stefan Löfven, ha espresso ferma condanna per un episodio, che ha definito come “atto terribile”, invitando i cittadini a:
“Inviare un pensiero alle persone colpite dalla violenza e agli uomini e alle donne dell’assistenza sanitaria, della polizia e del comune che lavorano per prendersi cura dei feriti e ripristinare la sicurezza”.
Gli 007 svedesi considerano la minaccia terroristica molto alta, anche a causa del fatto che il paese è stato fatto oggetto di due attentati nel recente passato.
Nel dicembre del 2010, il centro di Stoccolma venne attaccato da un attentato suicida, che uccise una persona e ne ferì altre due. Attentato che venne rivendicato dai jihadisti, i quali dissero di aver colpito la Svezia per il suo impegno militare in Afghanistan.
Sette anni più tardi, sempre nella capitale svedese, cinque persone vennero uccise da un richiedente asilo uzbeko respinto e radicalizzato, che falciò i pedoni servendosi di camion rubato. L’attentatore motivò la sua azione terroristica come atto di vendetta per la guerra dell’Occidente contro l’Isis.
Il terrorismo islamico spaventa l’Europa, dimostrando di non aver confini quando si tratta di uccidere gli occidentali.