Il sistema immunitario è l’insieme di organi, tessuti e cellule che, nel nostro corpo, combatte e debella le infezioni prodotte da virus e batteri: questo accade perché il fisico riconosce cosa gli è “estraneo”, ossia identifica l’attacco di un agente “esterno”, e lo elimina. Le malattie autoimmuni sono patologie in cui il sistema immunitario non riconosce più cosa è estraneo al proprio corpo e cosa non lo è, e inizia ad attaccare i propri organi (AUTOimmune = AUTOaggressione): se attacca il cervello, ad esempio, il paziente soffre di sclerosi multipla; se attacca l’intestino è malattia di Crohn; artrite reumatoide e lupus altre tra le malattie autoimmuni più frequenti, e così via.
“Sappiamo da studi epidemiologici che esiste una connessione tra l’aumento d’igiene e l’aumento di malattie autoimmuni”, dichiara il Dott. Yehuda Shoenfeld dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer (Ramat Gan). Ad esempio in Sardegna, fino al 1946, era diffusa la malaria (malattia derivante dal parassita Plasmodio) ma erano assenti le malattie autoimmuni. Con l’utilizzo del DDT sull’isola, la malaria si è arrestata, mentre la popolazione ha sviluppato la più alta incidenza di sclerosi multipla nel mondo.
Si è testato quindi l’utilizzo di parassiti intestinali per il trattamento delle malattie autoimmuni, facendo ingerire ai pazienti vermi lunghi come spaghetti: l’esperimento ha avuto successo e molti pazienti ne hanno tratto beneficio, nonostante fosse piuttosto disgustoso.
Parte da qui lo studio del Dott. Shoenfeld: il gruppo ha brevettato un nuovo composto, il TCP – una miscela di fosforilcolina e tuftusina (molecole già esistenti nel nostro corpo) – il quale mima le secrezioni di questi parassiti. Quando introdotto in topi da laboratorio, il TCP eradica completamente lupus, coliti e artriti reumatoidi.
La sperimentazione è dunque in espansione e si ritiene che, oltre ad essere efficace contro le malattie autoimmuni, sia anche priva di effetti collaterali.