Siamo nell’estate del 2018. Un uomo viene arrestato mentre si stava recando dalla Germania in Austria. Poco dopo viene effettuato un altro arresto, in Belgio, dove una coppia viene messa in manette.
Secondo l’accusa i coniugi Amir Saadouni e Nasimeh Naami, residenti ad Anversa, sono i complici dell’uomo arresto sull’autostrada della Baviera.
Complici di cosa? E chi è quell’uomo?
Partiamo dalla seconda domanda. Quell’uomo è Assadollah Assadi, 48enne diplomatico iraniano, arrivato a Vienna nel 2014 per ricoprire la carica di terzo segretario dell’ambasciata iraniana, che stava organizzando un attentato da compiere durante il FreeIran, il raduno del Consiglio nazionale della resistenza iraniana, che si sarebbe tenuto il 30 giugno dello stesso anno poco fuori Parigi.
Torniamo in dietro di quattro anni. Siamo nel 2014. C’è un uomo che si aggira per l’Europa, visita quasi 300 luoghi diversi in undici paesi, uno di questi è l’Italia, dove vi si reca per 13 volte.
Quell’uomo va in giro nel nostro paese (e in altri) reclutando manovalanza per compiere un attentato. Quell’uomo si fa chiamare Daniel, ma in realtà è Assadollah Assadi, che ufficialmente dovrebbe essere un diplomatico iraniano, un ruolo che svolge per copertura: in realtà il suo “primo” incarico è quello di essere un agente segreto iraniano.
A darne notizia è il Corriere della Sera che in un articolo a firma di Guido Olimpo scrive che Assadi-Daniel viaggia in tutta Europa per costruire la propria rete, poi torna in Iran e riferisce a chi di dovere.
Questa vicenda è di una gravità assoluta. Un diplomatico iraniano se ne va in giro per le città europee, creando un network del terrore sotto l’egida dell’Iran. Per di più, secondo Le Monde (come scritto da Formiche.net) Assadi avrebbe ricevuto in carcere visitatori anomali. Dove per anonimi leggasi alcuni membri dell’intelligence iraniana.
Tutto ciò non è normale. Tutto ciò denota che l’Italia continua a essere un territorio utilizzato dal terrorismo, apparentemente senza alcun controllo.