È morto Amos Luzzatto, figura di prestigio dell’ebraismo italiano, che contribuì a far rifiorire dopo le atrocità della Seconda Guerra Mondiale.
Professore universitario, intellettuale, scrittore, saggista e medico, Luzzatto era nato a Roma il 3 giugno 1928. Lasciò l’Italia poco dopo l’emanazione delle leggi razziali per trascorrere l’adolescenza nel futuro Stato d’Israele (1939-1946).
Suo nonno materno era Dante Lattes, uno dei personaggi più importanti dell’ebraismo italiano del XX secolo.
Una vita all’insegna dello studio, che lo portò a tradurre e commentare il libro di Giobbe (per Feltrinelli), Il Cantico dei Cantici (in Una lettura ebraica del Cantico dei Cantici, Giuntina) e l’Ecclesiaste (Chi era Qohelet?, Morcelliana).
Amos Luzzatto ha trascorso la sua vita, mettendo tutto sé stesso e tutto il proprio impegno nelle istituzioni ebraiche, di cui in un’intervista disse:
“Rappresentare politicamente gli ebrei italiani ha significato per me difendere e valorizzare l’Intesa con lo Stato italiano. Ma anche dare significato al nostro essere minoranza, una realtà che assieme ad altre minoranze possa offrire concretezza in Italia al pluralismo democratico non sempre adeguatamente sostenuto”.
Luzzatto, infatti, guidò la Comunità ebraica di Venezia e fu presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane dal 1998 al 2006.
La presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, lo ricorda così in un’intervista a Shalom:
“La scomparsa di Amos Luzzatto lascia un vuoto sostanziale non solo nell’ebraismo, ma nella cultura e nella tradizione del nostro Paese, peraltro in un momento in cui le vicende di cronaca vedono riaffiorare elementi di odio e spaccatura, proprio ciò che figure come Amos Luzzatto hanno contribuito a combattere con la loro esperienza e con il loro impegno. Luzzatto è stato un uomo di grande intelletto e cultura; ha sempre rappresentato i valori e la tradizione ebraica con umiltà e forza allo stesso tempo“.
Amos Luzzatto è stato un grandissimo studioso, dotato di un’umanità, difficilmente riscontrabile nel mondo attuale. Un personaggio di cui si sarebbe sentita la mancanza in ogni momento storico e figuriamoci in questo, dove le differenze sono viste come ostacoli e non come possibilità di crescita.