Il riconoscimento di Gerusalemme capitale è diventato argomento di attrito tra Unione Europea da una parte e Serbia e Kosovo dall’altra. La vicenda nasce negli Stati Uniti, dove pochi giorni fa il presidente Donald Trump ha annunciato la normalizzazione dei rapporti fra i due paesi dell’ex Jugoslavia.
Gli accordi, per di più di natura economica, prevede anche un altro punto fondamentale: la Serbia sposterà la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme entro la prossima estate, mentre il Kosovo riconoscerà Israele, impegnandosi a stabilire relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico, che farà lo stesso con lo stato dei Balcani.
Uno storico accordo fra Serbia e Kosovo, che però ha visto l’ammonimento dell’Unione Europea. Ammonimento, per molti fuori luogo, visto che i vertici europei hanno fatto sapere ai due paesi che se continueranno nel loro intento (spostare l’ambasciata in Israele e il conseguente riconoscimento di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico) sarà messa in discussione la loro candidatura di adesione all’Ue.
Il portavoce dell’Unione Europea per gli affari esteri, Peter Stano, ha detto ai giornalisti che:
“Qualsiasi passo diplomatico che possa mettere in discussione la posizione comune dell’Unione Europea su Gerusalemme è motivo di grave preoccupazione e rammarico”.
Stano ha aggiunto che nel rispetto delle leggi internazionali e della soluzione dei due stati”, i membri Ue non dovrebbero intraprendere iniziative di questo genere.
A Stano ha risposto Sharren Haskel, membro della commissione parlamentare israeliana per gli affari esteri, che ha puntato il dito contro l’Unione Europea, rea “di criticare ripetutamente lo stato di Israele e di mettere in discussione la sua stessa esistenza”:
“I tentativi della UE di educare la Serbia e il Kosovo sono scioccanti”.
Con tutte le problematiche in seno all’Europa, l’Ue si preoccupa dello status di Gerusalemme?
Ebbene sì, perché quando si tratta di Israele, i leader dell’Unione mostrano un’abnegazione non riscontrabile in altre tematiche.
Come per esempio quella che riguarda Hezbollah, la cui divisione fra ala politica e ala militare è tanto cara a Bruxelles, che finge di non vedere le infiltrazioni in Europa del gruppo terroristico libanese, braccio armato dell’Iran. Divisione, peraltro, che gli stessi vertici di Hezbollah hanno sempre rinnegato.