L’Austria ha condannato un comandante di Hezbollah a nove anni di reclusione. L’accusa è di terrorismo. Il nome del membro del gruppo terroristico libanese non è stato rivelato.
Ciò che è stato reso pubblico sono alcuni particolari. Come l’età (41 anni), l’inizio della sua militanza in Hezbollah (2006), il fatto di aver comandato un’unità di 60 combattenti al confine con la Siria per un periodo breve di tempo e il suo addestramento in Iran. Quest’ultimo conferma le forti relazioni tra Teheran e Hezbollah.
All’interno dell’atto di accusa è scritto anche che il 41enne ha reclutato 250 persone di età superiore ai 14 anni per unirsi a Hezbollah. La Corte austriaca, inoltre, ha stabilito che l’uomo era una figura molto importante del gruppo terroristico sciita, responsabili di numerosi attentati.
Dopo essere stato dichiarato colpevole, il terrorista ha protestato violentemente e ci sono voluti tre agenti di polizia per scortarlo fuori dall’aula. È stato poi portato in ospedale per un controllo. L’uomo può presentare ricorso contro il verdetto.
Come spesso accade quando si parla di Hezbollah si incappa nello status del gruppo, che è oggetto di controversia, visto che l’Ue ancora scinde l’ala militare da quella politica, più volte osteggiata dagli stessi leader del gruppo terroristico.
Diversi legislatori europei e statunitensi hanno esortato Bruxelles a non distinguere tra le diverse anime di Hezbollah.
Ad aprile, la Germania ha bandito il gruppo nella sua interezza e lo ha incolpato di numerosi attacchi terroristici e rapimenti.
Fin quando l’Europa continuerà in questa divisione, i membri di Hezbollah godranno sempre di una libertà che permetterà loro di seminare morti e violenza. Hezbollah che si avvale di diverse reti del terrorismo mondiale, fra cui proprio quella europea e quella sudamericana, che permise loro due attentati: in Bulgaria (a Burgas) il 18 luglio 2013 e in Argentina (Buenos Aires) il 18 luglio 1994, che costarono la vita a decine di persone.