Una carriera costellata di successi, dall’indimenticabile Carosello, che ha segnato una generazione intera, al teatro. Gianrico Tedeschi si è spento a 100 anni, festeggiati il 20 aprile scorso, ricevendo gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Sottotenente di fanteria, quando arrivò l’ufficializzazione dell’armistizio, Tedeschi non ne poteva più del fascismo e della guerra. La sua “stanchezza” si tradusse nel rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò.
Lui stesso raccontò che le SS lo catturarono in Grecia:
“A un certo punto, poi, ci caricarono tutti su dei vagoni merci. Ricordo perfettamente la scritta che c’era su una paratia: Cavalli 8, uomini 40. Ma noi eravamo ammassati in settanta, e potevamo sdraiarci solo a turno, mettendoci uno per i piedi e l’altro per la testa”.
E ancora:
“Io ero tra i più giovani, con i miei 23 anni. Ma gli altri, soprattutto gli ufficiali più anziani, avevano anche 40, 50 anni. E se era dura per me, ci si può immaginare cosa deve essere stato per loro. C’era chi aveva la febbre, chi aveva dolori, chi era in preda a crisi di nervi e sembrava impazzito”.
Gianrico Tedeschi prima venne internato nel lager di Beniaminowo, in Polonia, non lontano da Varsavia e dopo in quello di Sandbostel, dove scoprì le sue doti di attore.
Il decano del teatro italiano ci tenne a precisare che:
“I nostri non erano dei campi di eliminazione, e questo deve essere ben chiaro: noi militari italiani, a differenza degli ebrei, non siamo stati sterminati dai nazisti. E tuttavia la nostra prigionia è stata davvero dura… La fame soprattutto”.
Addio a Gianrico Tedeschi, un uomo che seppe di dire no.