Alcune cartine geografiche non dicono il vero. La distorsione delle dimensioni di stati e continenti terresti ha sempre provocato una percezione sbagliata del mondo, generando fraintendimenti e a volte pregiudizi (un esempio che ci riguarda: in molte cartine l’Italia sembra essere più grande della Groenlandia, ma così non è).
Per questo non è passato inosservato l’ennesimo tentativo di speculare sulla cartina geografica della Palestina e poi di Israele, dal 1946 a oggi, messo in atto dall’Anpi di Roma, che in un post su Facebook ha convocato una manifestazione a sostegno del riconoscimento di uno Stato palestinese, che si terrà il 27 giugno prossimo, facendo uso di immagini distorte e provocatorie, di cui sotto.
Post che ha provocato l’indignazione di molti, tanto che l’Anpi Roma ha deciso di cancellare il post e i relativi commenti, in cui gli utenti avevano tentato di ristabilire un mimino di verità storica.
Un passo su tutti: “Qui la pietra dello scandalo non sono state veramente quelle cartine geografiche che secondo noi spiegavano in linea di massima un’evoluzione storica ma che sono state definite da molti false”.
E invece no, perché la pietra dello scandalo sono state proprio quelle cartine geografiche mendaci che da anni provocano pregiudizi nei confronti di Israele e del popolo ebraico, quali usurpatori di terre altrui.
C’è di più. Perché le immagini sono importanti, ma lo sono anche le parole. Da notare infatti cosa c’era scritto nell’incipit del post incriminato dell’Anpi Roma: “L’ANPI di Roma il 27 giugno manifesta per il riconoscimento dello Stato di Palestina e contro l’annessione dei territori palestinesi”.
“Stato di Palestina” e non stato palestinese, come è sarebbe opportuno chiamare. Una casualità? Oppure con quel “di Palestina” si era tentato di richiamare e quindi rivendicare una continuità storica con quell’area geografica così chiamata prima del 1948? Come a dire, abbiamo diritto a quella terra perché prima di chiamarsi Israele si chiamava Palestina.
In più la parola “riconoscimento” andrebbe usata per uno stato esistente, non per uno mai comparso sui libri di storia.