In Israele gli ebrei facevano uso di cannabis già 2700 anni fa, durante l’epoca del Primo Tempio di Gerusalemme, distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C.
A scoprirlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista dell’Istituto di archeologia dell’università di Tel Aviv da Eran Arie e Dvory Namdar, rispettivamente curatore dell’area archeologica del Museo d’Israele e chimica e archeologa dell’Istituto Volcani, secondo cui l’utilizzo veniva fatto nel corso delle cerimonie rituali.
Grazie alla tecnologia contemporanea, i ricercatori hanno trovato residui di marijuana su due altari del santuario di Tel Arad, rinvenuto nel 1963 durante gli scavi condotti dall’archeologo Yohanan Aharoni.
Negli Anni 60, però, la gascromatografia e la spettrometria di massa non erano a disposizione degli esperti, che non avevano avuto la possibilità di trovare sull’altare minore tracce di Thc, cannabidiolo e cannabinolo, i principi attivi della cannabis, come fatto dagli attuali ricercatori dell’università Tel Aviv.
Dvory Namdar ha spiegato nel corso di un’intervista al quotidiano Haaretz:
“Per portare a uno ‘stato di alterazione’ con la cannabis è necessaria una temperatura non troppo alta, per non rischiare di bruciarla, e la differenza tra i combustibili utilizzati dimostra una certa competenza in materia”.
Eran Arie ha affermato che:
“L’utilizzo di sostanze allucinogene per ragioni di culto è attestato nelle culture umane dal Neolitico. Ma questa è al momento la più antica evidenza dell’uso di cannabis nel Medio Oriente antico”.
Una scoperta curiosa che risale a 2700 anni fa quando nella capitale Gerusalemme, sorgeva il Primo Tempio della città.