Episodio di antisemitismo a Firenze, dove una svastica di vernice rossa è comparsa vicino alle abitazioni di alcune famiglie ebraiche. A scoprirla è stata Connie Idt, che assieme al marito risiede nel quartiere di Campo di Marte, parte della città dove c’è un’altra densità di ebrei e dove poco tempo fa sono state poste le “pietre d’inciampo”:
“Quasi non credevamo ai nostri occhi, è terribile. Non nascondo di aver avuto paura. Vedere una svastica lì, a pochi passi da casa, mi ha fatto venire la pelle d’oca”.
A denunciare l’ignobile episodio sono stati i consiglieri comunali della Sinistra:
“Non dobbiamo più tollerare alcuna forma di antisemitismo. Il simbolo della svastica ci riporta con la mente agli anni più bui dell’ultimo secolo”.
Su quanto accaduto non poteva mancare la dura condanna del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha affermato:
“Vergogna per quanto accaduto a Campo di Marte: una svastica davanti alla casa di una famiglia ebraica. Ma stiamo scherzando? Lasciamo stare simboli e ferite del passato. Noi, intanto, la cancelliamo e mandiamo un grande abbraccio alla famiglia offesa”.
Come scriviamo da mesi, questo episodio di antisemitismo in una città italiana è tutt’altro che isolato. Prima del lockdown scritte antisemite e svastiche erano state fatte a Cuneo, Torino e Bologna.
Era il 6 marzo, quando all’interno di un nostro articolo intitolato “Antisemitismo in Italia, fenomeno in aumento nel 2019”, avevamo citato questo stralcio della Relazione annuale sull’antisemitismo in Italia 2019, a cura dell’Osservatorio antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC):
“È sempre in questi periodi che riemerge l’antisemitismo, segnale del malessere di una società, del degrado di forme di convivenza civile e democratica, riflesso di subculture e movimenti intolleranti. un tempo dove i più fragili (socialmente e culturalmente) cercano di allearsi, di “farsi popolo”; non stupisce il diffondersi di rancore e di miti cospirativisti, anche in chiave antiebraica”.
Valeva il 6 marzo scorso prima che la pandemia sconvolgesse il nostro modo di vivere. Vale di più oggi, che l’aumento della crisi economica è andato a sommarsi all’incertezza politica e sociale.