In Iran continua la campagna d’odio contro Israele. Capostipite di tale campagna è l’ayatollah Ali Khamenei, che negli ultimi mesi ha intensificato i messaggi ostili nei confronti dello Stato ebraico.
La Guida Suprema della Repubblica ha riversato il proprio veleno sui social in occasione della giornata di Gerusalemme (in arabo prende il nome di Al Quds, che coincide con l’ultimo venerdì di Ramadan), istituita con queste parole dall’ayatollah Ruhollah Khomeyni il 16 agosto 1979:
“Il Giorno di Gerusalemme è il giorno in cui possiamo riconoscere quali persone e quali regimi sono della parte dei cospiratori internazionali e dei nemici dell’islam. Chi non partecipa è contro l’islam e a favore di Israele, e chi partecipa è a favore dell’islam e contro i suoi nemici: Stati Uniti e Israele”.
Khamenei ha pubblicato in questi giorni un poster antisemita su Twitter, che evoca la “soluzione finale”, prendendo in prestito un’espressione cara al nazismo. Poster che mostra la capitale d’Israele conquistata da milizie iraniane, palestinesi e di Hezbollah, e priva di tutta la sua popolazione ebraica, con la scritta: “La Palestina sarà libera. La soluzione finale: resistenza fino al referendum”.
Khamenei, poi, ha pensato bene di dare qualche (presunto) chiarimento in merito alla “soluzione finale”, sostenendo che l’espressione non fa alcun riferimento agli ebrei, ma solo a Israele, a cui ha promesso l’eliminazione.
Come se non bastasse Khamenei ha esortato la West Bank ad armarsi “esattamente come è armata Gaza”, aggiungendo che “il compromesso non ridurrà minimamente la crudeltà di questa entità usurpatrice, malvagia, simile a un lupo”. Dove per entità usurpatrice leggasi Israele.
A rincarare la dose ci hanno pensato i Pasdaran iraniani che in una dichiarazione hanno fatto sapere:
“Dopo 72 anni dall’occupazione sionista delle terre palestinesi con i complotti dei malvagi criminali britannici e degli Stati Uniti, i fatti indicano che la liberazione di Gerusalemme si realizzerà, presto non ci sarà più il nome di Israele sulla falsa carta geografica del mondo e il regime infanticida sarà gettato nel cestino della storia”.
La risposta del governo di Gerusalemme è stato affidato a Ofir Gendelman, il portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che su Twitter ha scritto:
“Regime che minaccia la distruzione dello Stato di Israele affronta un pericolo simile. La soluzione finale contro Israele fa venire in mente la soluzione finale nazista, ovvero il piano di annientare il popolo ebraico”.
L’Iran continua a minacciare Israele, che proprio da molti iraniani è stata fatta oggetto di richieste di asilo politico, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria.