Il Coronavirus è una minaccia per gli ebrei Usa, ma con una modalità aggiuntiva rispetto a quella che lo è per tutte le altre persone del mondo.
A lanciare l’allarme è stato l’FBI, secondo cui gruppi neonazisti e di suprematisti bianchi americani potrebbero usare il Covid-19 per contagiare le comunità ebraiche del paese e gli agenti di polizia.
A darne notizia è stata la tv Abc7 di New York, che ha riportato le parole di un esponente della Federal Bureau of Investigation:
“I membri di gruppi estremisti che sono positivi sono stati incoraggiati a diffondere il virus nelle comunità israelitiche e tra gli agenti di polizia”.
Il risultato delle indagini hanno portato a questa ricostruzione: gli appartenenti a gruppi neonazisti e a suprematisti bianchi, attraverso l’app di messaggistica crittografata Telegram, hanno espresso la volontà di utilizzare flaconi pieni di fluidi corporali per infettare i luoghi di culto ebraici e i poliziotti.
Per diffondere il contagio, gli estremisti vorrebbero ricorrere a erogatori spray contenenti residui liquidi infetti da irrorare nei negozi frequentati dai membri della comunità ebraica e contro le forze di polizia.
Ma cosa ha portato i gruppi neonazi e di suprematisti bianchi a pensare di intraprendere azioni così ignobili?
A dare una risposta è stato Michael Master, coordinatore di Secure Communities, un gruppo di attivisti che si occupa della protezione degli ebrei e dei templi ebraici negli Usa, che ha dichiarato all’Abc:
“L’idea che sia stato Israele a creare il virus in laboratorio per poi vendere il vaccino a tutto il mondo ha convinto gli estremisti a credere nelle teorie del complotto e a reagire di conseguenza. Purtroppo la rete aiuta a diffondere l’odio e la disinformazione”.
Secondo alcune autorità, la strategia dei neonazisti e suprematisti Usa avrebbe già travalicato i confini nazionali per estendere il “piano” anche ai gruppi neonazisti europei. “Piano” che sarebbe stato accolto con favore da Hamas e dall’Isis.
E chi lo avrebbe mai detto…